Oltre alle spese ordinarie dei partiti, ora c'è anche la campagna elettorale per le europee che - come noto - costa e pure parecchio. I giornali diffondono indiscrezioni sulle cifre chieste dai leader ai propri parlamentari. E così qualcuno si è ingegnato. La deputata della Lega Laura Ravetto, ad esempio, ha lanciato una vera e propria lotteria, con un premio particolare: trascorrere del tempo insieme a lei.
Sui social, la responsabile del dipartimento Pari opportunità del Carroccio, fino al 2020 in Forza Italia, ha lanciato una raccolta fondi per il 27 ottobre, con relativo Iban, dichiarando: «Oggi è il mio giorno, è il giorno dedicato a me, per sostenere la Lega, se vorrete farlo vi allego l'indirizzo, qualunque erogazione liberale detraibile al 26%, va bene qualunque importo, se ritenete che io sia una delle vostre deputate preferite, se siete interessati a questi premi simbolici che faccio». Quindi, ecco i premi, che verranno assegnati sulla base dell'ammontare donato al Carroccio: «Chi contribuirà di più verrà con me in una redazione televisiva, il secondo farà un giro con me in Parlamento, il terzo potrà mettere sui miei social un messaggio». Su X (l'ex Twitter) a sponsorizzare l'iniziativa c'è anche un video con il senatore del Carroccio Claudio Borghi che lancia il "Laura Day".
Come si finanziano i partiti
Come noto, il tema del finanziamento ai partiti è diventato rilevante soprattutto dopo Mani Pulite: nel 1993, con un referendum fu eliminato il sistema fino a quel momento conosciuto che sosteneva i gruppi parlamentari (e a cascata i singoli partiti). Rimase invece la forma del contributo statale mediante rimborso delle spese elettorali, eliminata a sua volta durante il governo di Enrico Letta. Dei contributi per i partiti in Parlamento continuano a esistere (e derivano dai bilanci di Camera e Senato) ma sono destinati di fatto alle attività istituzionali.