Poco più in là ci sono gli agenti del Central bureau of investigation (Cbi), l’Fbi indiano, per i quali Haschke è un personaggio chiave. Secondo l’accusa infatti è uno dei mediatori delle mazzette a funzionari indiani, mentre per la difesa è un consulente ingegneristico per l’appalto degli elicotteri. Al centro della vicenda c’è una presunta tangente da 51 milioni su un appalto di 560 milioni che nel 2010 sarebbe stata consegnata ad amministratori locali per ottenere la fornitura di 12 velivoli Agusta Westland. All’epoca Haschke era beneficiario degli utili di Ids Tunisia, che operava con un contratto di ingegneria stipulato con Agusta Westland: tra i soci figuravano anche i fratelli Tyagi, cugini dell’allora capo di Stato maggiore dell’aeronautica, Aria Sashi Tyagi. «Che io sappia non sono stati mai corrisposti dei soldi al maresciallo», afferma il fiduciario. E inoltre: «Non mi risulta nel modo più assoluto che i fratelli Tyagi abbiano pagato altri militari per favorire Agusta Westland», aggiunge. Certo è che, nel suo incontro con Orsi, Haschke ha parlato della gara in India e «certamente gli ho fatto presente che avevamo da anni rapporti con la famiglia Tyagi», offrendo all’amministratore delegato la propria collaborazione per gestire l’iter burocratico della gara di appalto per gli elicotteri. «In India è condizione necessaria ma non sufficiente avere il prodotto migliore: bisogna rispettare tutte le procedure nel dettaglio affinché alla fine nessuno possa contestare l’operazione», spiega il mediatore. «Ed è quello che ho cercato di fare».
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