«Voglio un futuro migliore per il Pakistan. Io primo ministro? Non ci penso». Malala Yousafzaisi esprime così in un'intervista alla Bbc. La ragazza, oggi ventenne, nel 2012 dopo una giornata a scuola scampò a un attacco dei talebani che le spararono alla testa. Dopo l'attentato, Malala si è trasferita a Londra e ha intensificato il proprio impegno per il diritto delle ragazze ad un'istruzione di qualità. «Non sono una persona emotiva, ma dopo il mio primo discorso qui in Pakistan non riuscivo a trattenere le lacrime. È molto emozionante, tutto quello che vedo ha un valore. Mi godo tutto, anche l'aria calda», dice ora.
«Amo il Pakistan, sono pakistana.
Voglio un futuro migliore per il paese e per questo ho iniziato a parlare dell'istruzione delle ragazze. Ho detto che avrei continuato a parlare anche se i terroristi mi avessero attaccato. È successo e io ho continuato a parlare», aggiunge. Per il momento, la politica non è una priorità. «Quando avevo 11-12 anni, volevo diventare primo ministro perché pensavo che avrei potuto risolvere ogni problema e sistemare tutto», racconta. «Poi però ho incontrato molti leader, primi ministri e politici: non è così semplice. Per ora mi concentro sul lavoro attraverso la Malala Foundation per consentire al maggior numero possibile di ragazze di avere accesso ad un'istruzione di qualità. In questo momento non ho intenzione di dedicarmi alla politica», spiega.
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