RIETI - «La mia vittoria per una guerra durata tanti anni, grazie a tutti per il sostegno»: cuoricini rossi a corredo del post, per un ragazzo di 17 anni del Reatino, che aveva affidato ai social la sua storia e il suo disperato grido di aiuto, raccontando su facebook quello che gli stava accadendo.
La vicenda. Il minorenne era stato affidato a una casa famiglia del paese sabino tre anni fa, per una storia familiare complessa che ha portato lui e i suoi tre fratelli a essere adottati, ciascuno in un diverso nucleo familiare. Cesare - nome di fantasia - era scappato più volte dalla struttura del Reatino, ma stavolta è fermamente deciso a non tornare indietro: prende i bus e va a casa della nonna materna, a Roma, poi chiama le forze dell’ordine, prende il telefono e documenta il tutto, incluso l’arrivo di poliziotti a cui racconta la sua storia.
La testimonianza. «Nella casa famiglia stavo male - spiega. - Ci sono stati allagamenti, i riscaldamenti non funzionano, mi sono preso la scabbia, non ci voglio assolutamente tornare.
L'epilogo. Nel video, anche la voce della nonna, fermamente decisa a non chiudere la porta al nipote: «Mandatemi i controlli, quello che volete - dice la signora - basta che lui stia bene». Dopo tre ore di diretta social, l’epilogo, seppur temporaneo: «Al momento rimani qui, abbiamo parlato con il magistrato e ovviamente sarai contattato dai servizi sociali perché è una soluzione temporanea - spiega la polizia. - Sappiamo che sei un bravo ragazzo, che andrai a scuola tutti i giorni». Poi, il pianto dirotto: «Ce l’abbiamo fatta, grazie alla polizia, a chi ci ha ascoltato e ha avuto cuore».