RIETI - Una delegazione di veterinari europei sarà a Rieti per raccogliere dati e informazioni sul caso di peste suina africana rilevato sulla carcassa di cinghiale rinvenuta il 26 maggio a Borgo Velino. È il pool di specialisti che la Commissione europea invierà a Rieti martedì 28 giugno, quasi un mese dopo l’istituzione della zona infetta dal Ministero della Salute, nei Comuni di Borgo Velino, Micigliano, Posta, Borbona, Cittaducale, Castel Sant’Angelo, Antrodoco, Petrella Salto e Fiamignano. I tre veterinari arriveranno a Rieti per confrontarsi con il gruppo dei loro colleghi della Asl di Rieti impegnati nel monitoraggio di tutte le possibili evoluzioni della peste suina. I tre esperti europei raccoglieranno dati e relazioni prodotte nell’ultimo mese sul primo e unico caso di peste rilevato in provincia di Rieti, valutando i risultati delle battute di ricerca che, finora, hanno portato a perlustrare 40 chilometri di territorio tra i Comuni di Borgo Velino, Micigliano, Antrodoco, Castel Sant’Angelo e, in minima parte, Cittaducale. Ricerche condotte dai cacciatori riuniti dalle associazioni venatorie su spinta della Asl, che però finora non hanno rintracciato nessun altra carcassa positiva al virus, ma soltanto gruppi di cinghiali vivi e in un apparente stato di buona salute.
Le ricerche.
Il rischio. Sullo sfondo si affaccia però il rischio che la zona infetta istituita nel Reatino il 1° giugno, possa protrarsi per un intero anno, fino al giugno 2023. Finora non c’è nulla di certo e si tratta solo di un’ipotesi ventilata nella riunione della scorsa settimana tra Regione e associazioni venatorie: alla base di una decisione del genere ci sarebbe la volontà di azzerare qualsiasi rischio legato alla presenza della peste suina che, in mancanza di ogni possibile riscontro in un intero anno, potrebbe portare la provincia di Rieti a proclamare lo scampato pericolo, evitando così le centinaia di macellazioni che rischierebbero di colpire gli allevamenti locali di suini. Dall’altra parte, tuttavia, mantenere per un anno la zona infetta rischierebbe di compromettere, nelle zone interessate, molte altre attività come la caccia, semplici passeggiate, raccolte di funghi e frutti.