Lo studente autistico di Amatrice, la mamma accusa: «Costretto a mangiare sempre da solo»

Lo studente autistico di Amatrice, la mamma accusa: «Costretto a mangiare sempre da solo»
di Sabrina Vecchi
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Lunedì 22 Aprile 2024, 00:10

RIETI - Prosegue a far discutere la vicenda di Marco, studente autistico dell’istituto onnicomprensivo “Sergio Marchionne” di Amatrice, protagonista di un presunto episodio di isolamento durante la consumazione del pasto scolastico segnalato dall’associazione “Autismo Abruzzo Onlus”. Pretende «chiarezza senza strumentalizzazioni» la mamma di Marco, Roberta Galli, che ricapitola la vicenda: «Mio figlio frequenta il liceo scientifico sportivo. Noi genitori chiedemmo che usufruisse della modalità di semiconvitto, quindi comprensiva del pasto e delle attività sportive pomeridiane». A seguito della richiesta, la scuola notifica per iscritto alla famiglia di Marco, in data 10 novembre 2023, che a partire dal lunedì successivo «saranno avviate le attività del semiconvitto» e che «l’alunno potrà usufruire anche del servizio mensa dalle ore 13.40 alle 14.30 presso il ristorante “Da Patrizia”», sito a qualche centinaio di metri dall’istituto. 

Il racconto. «Eravamo convinti che Marco mangiasse al ristorante insieme ai suoi compagni e con l’assistente che lo segue», dice la mamma. La questione assume però altri contorni nella settimana di Pasqua: «Ci ha chiamati l’educatrice perché Marco si era addormentato, per cui siamo andati a prenderlo. Una volta in classe mio marito ha trovato sul suo banco il pasto, abbiamo pensato che in seguito all’episodio avessero eccezionalmente provveduto a portarglielo direttamente a scuola, in ogni caso abbiamo chiesto spiegazioni, scoprendo che Marco in tutti quei mesi a pranzo al ristorante non ci era mai andato».

Subito dopo le vacanze pasquali, i genitori del ragazzo interessano il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi: «All’epoca Marco era minorenne e assistito dai Servizi Sociali del Comune - racconta la signora Galli - così il consigliere delegato si è recato a scuola chiedendo delucidazioni, ma la vicepreside ha risposto che era autorizzata a parlare esclusivamente con i genitori, già avvisati sulla questione. Ma noi non sapevamo nulla». Lo scorso 4 aprile parte una pec da parte dei genitori all’attenzione del dirigente scolastico con «richiesta urgente di chiarimenti» in merito al fatto «appreso dai genitori in via informale solo da qualche giorno», riguardante il fatto che al ragazzo «non è consentito pranzare insieme agli altri ragazzi nel locale mensa ma che viene fatto mangiare da solo dentro le aule del liceo».

La signora Galli precisa che in seguito anche il sindaco Cortellesi ha inviato una pec chiedendo motivazioni, anch’essa senza risposta. 

Il bisogno di socialità. «Marco ha una disabilità grave, non riesce a raccontarci dove si è recato a mangiare in questi mesi, quel che è certo è che noi eravamo convinti fosse in un luogo, invece era in un altro. Inoltre, pur essendo di Amatrice, abbiamo scelto di non portarlo a mangiare a casa proprio perché il momento del pasto con gli altri ragazzi per lui era un momento essenziale di aggregazione e convivialità: invece abbiamo scoperto per caso che in nove ore non ha mai messo il naso fuori dalla classe». 

La nota di un gruppo di studenti. Visto il clamore suscitato dalla vicenda, sabato scorso è arrivata anche una nota di un gruppo di studenti dell’istituto, che hanno preso le distanze da comportamenti discriminatori o poco inclusivi. «Nulla contro questi ragazzi, anzi - dice mamma Roberta - adorano Marco e molti li conosco, mi è dispiaciuto che abbiamo preso personalmente la cosa, non è così. Vogliamo solo chiarezza da parte della dirigenza su come sono andate le cose, sul perché a nostro figlio sia stato arrecato un disagio così discriminatorio e grave a nostra insaputa», conclude la mamma. 

La preside. La dirigente scolastica Annamaria Renzi ha nei giorni scorsi categoricamente smentito l’accaduto: «Sono state scritte cose completamente inesatte, ma ho deciso di non fare dichiarazioni se non la smentita già inviata, a tutela mia e dei miei cari offesi ed insultati. Nonché a tutela di questo ragazzo del quale mai violerò la privacy, come norma prevede. Di fronte a questa barbarie preferisco tacere, per me devono parlare gli atti e il duro lavoro fatto in tre anni per questo istituto, una scuola di reggenza per la quale percorro 120 chilometri andata e ritorno». In merito alla vicenda è stato richiesto dai docenti un collegio straordinario, a seguito del quale è atteso un comunicato che sarà diramato nei prossimi giorni.

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