Roma, la beffa dei tour mordi e fuggi: «Città invasa ma zero guadagni»

Roma, la beffa dei tour mordi e fuggi: «Città invasa ma zero guadagni»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 14 Ottobre 2017, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 11:04

Spese low-cost spesso non superiori ai 20 euro. Tanto spendono i turisti scarrozzati dai torpedoni. I gruppi che arrivano dall'estero, spesso e volentieri, si sono già attrezzati con il cosiddetto pranzo al sacco, rimediato in qualche stazione di servizio alle porte di Roma. Per le scolaresche l'unico lusso consentito dai professori è quello di acquistare una penna o, al massimo, un poster nei book-shop dei musei al termine della visita di turno. Sporadici i gelati o le bibite, ancor più limitati i panini consumati nei bar. Per gli altri, per i turisti che provengono da altre città italiane e che nell'arco di una sola giornata puntano a visitare di fila il Palatino, il Colosseo e i Musei Vaticani, il tempo diventa tiranno: che lo shopping si riduce all'acquisto di qualche souvenir di scarsissima qualità propinati di fronte ai principali monumenti da quell'esercito silente (e indistruttibile) composto da ambulanti senegalesi e bengalesi. Quanto porta alla Capitale, in termini economici, l'avanzata dei torpedoni per le strade del Centro?
Proviamo a far di conto, tenendo bene a mente le immagini che quotidianamente scandiscono i principali siti d'interesse culturale, bersagli delle comitive, e le aree di sosta breve per la discesa e la salita dei turisti. Ogni giorno dalla Ztl1 Vam e poi a cascata nel Centro storico entrano più di due mila torpedoni. Ben 2.040 ad essere precisi secondo i dati elaborati dall'Agenzia per la mobilità. Le persone a bordo? Stimando in media 30 passeggeri a bus, si arriva a superare le 61 mila presenze giornaliere. Se tutte queste persone sedessero nei ristoranti, passeggiassero per le vie dello shopping, acquistando capi firmati o anche lavori sartoriali dei laboratori artigianali, viaggiassero in metro in quell'ora di autonomia che spesso viene concessa dai tour operator, Roma potrebbe rallegrarsi. Invece non è così.

LE STIME
L'AssoViaggi della Confersercenti stima una spesa pro capite giornaliera di 50 euro. Molte altre associazioni, invece, sono più caute e tendono a portare l'importo a una somma che non supera i 20 euro. «Magari fossero spese di 50 euro pro capite. Non è assolutamente così, è un importo sovrastimato ribatte Massimiliano De Toma, a capo della Federmoda lo shopping è davvero marginale in questo settore, e le persone dei bus turistici ci lasciano le briciole, senza contare quei tour che lasciando la città dirottano i pochi passeggeri che vogliono spendere negli outlet». A farla breve, sentendo anche le stesse società dei torpedoni, il turista medio è un turista low-profile che non ha voglia di dilungarsi in acquisti.

IL TURISTA DI OGGI
«Non sono più gli anni Ottanta, spiega Luciano Dallara a capo della società di trasporti turistici Marco Polo Tours spesso non hanno tempo, molte altre volte non hanno voglia». E l'indotto di Roma resta pressoché a secco rispetto al potenziale previsto e acclamato da chi punta, invece, a difendere l'accesso ad oltranza dei torpedoni nel Centro storico di Roma. C'è poi una realtà molto chiara ma poco evidente praticata dai tour operator che organizzano i transfer e i gruppi: due volte su tre se proprio ci deve essere tempo per gli acquisti e i pranzi al ristorante, i turisti non sono lasciati liberi ma vengono dirottati su determinati punti ristoro e su determinati negozi di souvenir (come accade intorno alla Basilica di San Pietro) che hanno tacitamente stretto un accordo con la società di viaggio.