Carrozzieri in piazza contro il decreto su Rc-auto: «60mila posti di lavoro a rischio»

Carrozzieri in piazza contro il decreto su Rc-auto: «60mila posti di lavoro a rischio»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Gennaio 2014, 20:29 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 13:51
Rischio chiusura per 17 mila imprese, 60 mila posti di lavoro in bilico e ombre sulla sicurezza degli automobilisti. Per gli oltre 500 carrozzieri scesi in piazza oggi a Roma per protestare, sono questi gli effetti che potrebbe avere la norma del decreto Destinazione Italia che prevede che sia l'assicurazione a scegliere dove far riparare le auto, imponendo i relativi costi. La norma è stata introdotta dal Governo con l'intento di abbassare i premi delle polizze ma, per i manifestanti, va contro la libera concorrenza. La protesta sembra aver colpito nel segno visto che, al loro fianco, sono intervenuti parlamentari di ogni colore a garantire che la norma sarà modificata in fase di conversione. Oggi i politici sono sembrati tutti d'accordo ma non sono mancati gli attacchi da parte di Lega Nord e Movimento 5 Stelle, che ricordano che questa legge è stata presentata dal Governo sostenuto da Pd e Ncd, che potrebbero decidere di mantenerla.



Che un intervento sul settore assicurativo sia urgente è confermato anche dal presidente dell'antitrust, Giovanni Pitruzzella, che spinge il governo a proseguire con le riforme e bacchetta le assicurazioni: «In Italia abbiamo il costo delle polizze più elevato d'Europa, è una situazione insopportabile per il consumatore. A nostro avviso le assicurazioni hanno avuto dei comportamenti non particolarmente efficienti quindi molte delle misure del Governo, se correttamente attuate, possono servire, va continuato il processo di riforma». I punti della riforma che preoccupano i carrozzieri sono quello della riparazione in forma specifica, che non prevede l'indennizzo ma solo la riparazione in un'officina convenzionata, e il divieto di cedere il credito dell'assicurato al carrozziere.



«Se queste dovessero passare ci sarebbero aziende che chiudono e altre che sceglierebbero di diventare fiduciarie con condizioni capestro per lavorare sotto costo, che spingono le aziende verso il lavoro nero e la bassa qualità», è la denuncia del segretario generale della Cna autoriparazioni, Mario Turco.
Ancora più fosca la visione del presidente di Confartigianato Carrozzieri, Silvano Fogarollo: «metà delle 17 mila carrozzerie indipendenti italiane chiuderanno, le altre diventeranno fiduciarie con il cappio al collo delle assicurazioni come avviene in Inghilterra». Oltre alle difficoltà per le aziende però i carrozzieri indicano grossi disagi anche per i cittadini a partire dalla mancata possibilità di scelta del proprio riparatore di fiducia, con possibili lavori di bassa qualità perchè fatti sotto-costo e non sicuri. L'attacco più duro di giornata arriva però dal deputato 5 Stelle, Andrea Colletti, che spiega «non può essere che le assicurazioni che comandano il mercato decidano dove, come e quanto pagare per le riparazioni, è un favore alle assicurazioni, a Unipol in particolare fatto dal consigliere economico di Renzi, Yoram Gutgel, e il prossimo obiettivo sono le tabelle per i risarcimenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA