Roma, sulla Colombo a 30 all'ora, 10 multe al giorno: 700 automobilsti fuorilegge

Roma, sulla Colombo a 30 all'ora, 10 multe al giorno: 700 automobilsti fuorilegge
di Alessia Marani
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Martedì 16 Maggio 2017, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 19:39

«Ma quando arriveranno le multe?», «Ma è vero che le telecamerine montate sui semafori prendono la velocità? Perché se è così allora, tra poco, migliaia di romani piangeranno». Eccolo il tormentone tra i pendolari della Colombo da quando i limiti di velocità sull'arteria che dal Centro arriva fino a Ostia, sono stati portati da 80 e 60 km orari a 50 e 30 km/h. Gli autovelox ci sono, ma sono quelli montati dalle pattuglie mobili del Gpit (Il Gruppo pronto intervento traffico) lungo la strada, a seconda dei flussi di traffico. I vista-red sui semafori, invece, stanano chi passa con il rosso mettendo in pericolo la propria vita e quella degli altri, potenziali assassini. Dal 22 marzo, da quando cioè è stata emanata l'ordinanza con i nuovi limiti, fino a domenica, i flash delle macchinette hanno pizzicato 700 automobilisti fuorilegge. Una decina di multe al giorno, poca roba. Un numero, stando alle statistiche ufficiali, inferiore alla media antecedente. I colombonauti - così si definiscono gli habitué su Facebook -, dunque, sarebbero diventati più accorti. Anche perché superare i 30 o i 50 all'ora di 40 chilometri significa potere incassare una contravvenzione da 2000 euro e vedersi ritirata la patente. Ma forse nemmeno i Vigili hanno calcato la mano per non attirare le ire dei cittadini, specie di quelli che senza alternative all'auto privata si spostano dalla periferia per lavoro e vedono nei nuovi limiti «solo un pretesto per fare cassa, perché è impossibile andare a 30 all'ora su una strada a 3 corsie». La rete è mobilitata. «Occhio all'autovelox altezza Gra direzione Roma», scriveva Tina su Fb ieri pomeriggio incassando una sfilza di ringraziamenti. Non manca l'ironia: «A 50 all'ora anche la Vespa mi si ingolfa».

LA MORTE DI LUCA
Ma la questione sicurezza sulla Colombo è una cosa seria. Piangere per una multa è un conto, piangere per una vita che non c'è più è altro. Lo sa bene il vice comandante dei Vigili Antonio Di Maggio che il 26 dicembre erain strada a spiegare ai genitori di Luca Miozzi, 17 anni, che loro figlio era morto cadendo dalla moto. Sott'accusa le radici dei pini che affioravano sull'asfalto, probabile causa della sbandata. Da allora si sono susseguite verifiche sulle condizioni del manto stradale che ne messo in evidenza la pericolosità della strada. Il dipartimento Lavori Pubblici del Comune ne ha preso atto e in attesa di lavori di manutenzione ha abbassato i limiti. Lavori che, però, non si sa se e quando arriveranno. Perché c'è un problema: per mettere davvero in sicurezza la strada bisognerebbe abbattere numerosi pini. Ma ci sarebbe già il veto del Dipartimento Ambiente: sono storici, persino immortalati in film-cult. Allora tutti a passo di lumaca, per davvero o per finta.