Si sono spalancate le porte del carcere per il giovane forzanovista Fabio Corradetti, ultras (il padre fu un ex capo della Curva Nord della Lazio) e figlio della compagna del militante di estrema destra Giuliano Castellino. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a cinque anni e quattro mesi di carcere per i reati aggravati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, commessi in occasione dei disordini avvenuti al centro di Roma dopo l’assalto alla Cgil il 9 ottobre del 2021. I giudici della VI Sezione Penale della Suprema Corte hanno, infatti, rigettato il ricorso presentato dai suoi legali contro la sentenza della Corte d’Appello del 17 aprile di un anno fa, rendendola esecutiva. Corradetti è stato arrestato venerdì dai poliziotti della Digos e accompagnato a Rebibbia. Le indagini, coordinate dalla Procura, avrebbero cristallizzato le responsabilità del 23enne nelle violenze consumate quel pomeriggio. Corradetti venne arrestato in via del Corso quando i manifestanti no vax e di altri movimenti, staccandosi dalla sit-in in piazza del Popolo, cercarono di avvicinarsi a Palazzo Chigi, sede del Governo.
LA GIORNATA
Per disperderli le forze dell’ordine azionarono gli idranti e lanciarono lacrimogeni. Nei disordini rimasero feriti anche dei poliziotti, tra cui un dirigente della Questura. Per quell’azione il Tribunale di Roma ha condannato lo scorso dicembre, nel processo principale per l’irruzione nella sede del sindacato, sette imputati a più di 8 anni di carcere.
A Castellino, ex leader romano di Forza Nuova, sono stati inflitti 8 anni e 7 mesi di carcere e un mese in meno al fondatore di Fn, Roberto Fiore, così come per il militante Luigi Aronica.
Corradetti, all’ombra di Castellino (assiduo invece della Curva Sud prima dei daspo e dell’arresto) si era già distinto negli scontri No Vax del Circo Massimo quando sotto il vessillo del sedicente gruppo “Ragazzi d’Italia” trecento persone armate di bastoni, cinghie, bottiglie di vetro, petardi, fumogeni e bombe carte, in pieno stile ultras, si appropriarono dell’area compresa tra via dei Cerchi e via di San Teodoro, minacciando i cronisti e assediando poliziotti.
LA RESISTENZA
Lui cercò di strappare lo scudo a un carabiniere e gli sferrò un pugno al volto Fu l’inizio dell’escalation che sfociò poi nella devastazione della Cgil. Un temperamento “caldo” il suo. Nell’agosto del 2021 fu uno dei protagonisti di una maxi-lite in un ristorante di piazza Navona, finita con due giovani accoltellati. In quell’occasione finì a processo per tentato omicidio.
A. Mar.
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