Indagine della Cisl sulla sanità del Lazio: liste d'attesa da tagliare, ma gli ospedali migliorano

È quanto emerge dal sondaggio "La sanità del Lazio oltre l'emergenza: al centro le persone ed il lavoro»

Indagine della Cisl sulla sanità del Lazio: liste d'attesa da tagliare, ma gli ospedali migliorano
di Fabio Rossi
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Venerdì 15 Marzo 2024, 06:59

I tempi d'attesa per ottenere una visita specialistica o un esame diagnostico restano il problema principale della sanità per sette cittadini del Lazio su dieci. Il sistema regionale in generale non incontra un giudizio negativo da parte di chi vi si rivolge - gli interventi sono descritti generalmente come «efficaci» - anche se è considerato sicuramente «migliorabile». L'80 per cento degli assistiti, peraltro, si è affidato almeno una volta al privato, nell'ultimo anno, per ottenere prestazioni sanitarie. È quanto emerge dal sondaggio "La sanità del Lazio oltre l'emergenza: al centro le persone ed il lavoro», realizzato dalla Cisl regionale su un campione di duemila intervistati, tra utenti e operatori.

I TEMI

Per il 40 per cento degli intervistati è «molto difficile fissare un appuntamento in tempi consoni alle necessità», e per il 32 per cento degli utenti è «un po' difficile».

La centralità del Medico di medicina generale come punto di accesso di cura emerge chiaramente come prima scelta dei cittadini, seguito dal medico privato e poi dal pronto soccorso. Per quanto riguarda la presa in carico da parte delle strutture sanitarie regionali, ospedali in testa il giudizio degli utenti è per il 32 per cento molto positivo, il 40 per cento la reputa «sufficiente» e solo il 7 per cento la giudica «scarsa». Anche la percezione degli spazi e delle attrezzature delle strutture sanitarie è abbastanza positiva: in particolare si registrano luoghi «abbastanza» accessibili, ambienti «accoglienti» e macchinari «moderni» e adeguati alla loro funzione. Gli interventi del personale sanitario (medici e altri operatori) sono considerati dal 28 per cento dei cittadini «di alta qualità» e per il 60 per cento «di media qualità». Il 47 per cento degli utenti è soddisfatto della sua ultima visita medica.

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LE PROPOSTE

Per lo sviluppo della sanità servono «più investimenti, bisogna fare una buona programmazione e progettualità, assicurare il diritto alla salute e poi assumere medici, infermieri, personale sociosanitario, tagliare le liste d'attesa e fare un potente investimento sulla medicina territoriale», spiega il segretario nazionale della Cisl, Luigi Sbarra. «L'obiettivo è superare l'era dell'emergenza mediante investimenti mirati, aumento delle risorse e assunzioni necessarie», concorda il segretario della Cisl di Roma e Lazio, Enrico Coppotelli. «Roma ha fortunatamente delle eccellenze rilevanti e quindi è chiaro che ci sono dicotomie tra la Capitale e gli altri territori del Lazio», aggiunge Coppotelli.

IL TREND

Francesco Rocca punta su una tendenza già in corso, nella quale vede le possibili soluzioni ai problemi ancora sul tappeto. Per le liste d'attesa «sono convinto che questo sarà l'anno della svolta nella sanità del Lazio - sottolinea il governatore - Vedremo dei miglioramenti concreti perché tutti i segnali stanno andando nella giusta direzione. E sta funzionando» il piano regionale sullo sblocco barelle e la presenza dei medici nei fine settimana nei pronto soccorso. «Abbiamo un miglioramento dei tempi rispetto un anno fa, ma bisogna fare ancora di più - sostiene Rocca - C'è un investimento importante su tutte le aree di pronto soccorso per migliorare i percorsi, stiamo migliorando con le assunzioni, dall'inizio dell'anno sono state già 300, e per le liste d'attesa stiamo mettendo a regime tutte le strutture private accreditate che prima non erano nel Recup: si tratta di 4 milioni di prestazioni che entreranno nel sistema e questo certamente produrrà un impatto sui tempi d'attesa entro la fine dell'anno».

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