Pomezia, allarme per la nube nera: «Invasi dal cattivo odore: temiamo per i nostri figli»

Pomezia, allarme per la nube nera: «Invasi dal cattivo odore: temiamo per i nostri figli»
di Mirko Polisano
2 Minuti di Lettura
Domenica 7 Maggio 2017, 09:21
«Sto troppo male, non ce la faccio nemmeno a parlare». Isidoro, 65 anni è nonno di tre bambini e abita proprio alle spalle della Eco X, l'azienda dove venerdì mattina si è sviluppato il maxi-rogo. Giramenti di testa, conati di vomito si aggiungono ai sintomi che hanno già manifestato tutti gli altri: occhi che lacrimano e gora irritata. «Ho tossito tutta la notte, non sono riuscito a dormire. Mia moglie sta peggio di me. Siamo venuti in ospedale per capire quanto fumo abbiamo inalato». La clinica Sant'Annna di Pomezia è il presidio ospedaliero a cui si sono rivolti in tanti, a partire dalla giornata di venerdì quando la nube nera ha avvolto il cielo di Pomezia e ha iniziato a propagarsi nelle altre zone a sud della Capitale. «Io ho l'orto - racconta un altro anziano - e ora devo buttare tutto. Non posso crederci. È come se avessi fumato più di cento sigarette in un solo giorno».

IL FUMO
L'odore di plastica bruciata è arrivato nella parte centrale della città. «Non riesco a tenere gli occhi aperti - aggiunge Roberta, una giovane barista a pochi passi dalla via Laurentina - in zona sapevamo bene che c'era qualcosa che non andava. E adesso chissà quanti di noi dovranno subire le conseguenze per i prossimi mesi, forse anni. Se ci sono state negligenze, sono stati degli irresponsabili». Il rischio è alto per tutti adesso. «Non mi sento bene - si limita a dire Ada, 60 anni e un braccio ingessato - è assurdo quello che è successo. Stamattina ho trovato sul balcone tantissima fuliggine e sulla mia macchina dei puliscoli di colore giallo chiaro. Solo a vederlo quel mostro mette paura». C'è anche chi sta pensando di lasciare la città per qualche giorno. «Spero che non mi trovano nulla di grave - rivela un altro paziente - se mi dimettono presto vado fuori Pomezia per qualche giorno. Questa ormai sta diventando una nuova terra dei fuochi».

LE PRECAUZIONI
«C'è un cattivo odore ovunque - fa sapere Stefania, mamma di due bambini - e l'unica cosa che riescono a dirci è di chiudere le finestre. Sono andata a comprare le mascherine, ma tutti sapevamo in zona che questo era un disastro annunciato». «A casa tutti abbiamo avuto problemi - conclude Silvana che lavora come estetista a pochi metri dall'azienda- ci siamo barricati dentro ma non è bastato». Intanto, da queste parti nessuno rinuncia a uscire più senza la sua mascherina. «Più che a Pomezia sembra di essere in Giappone», dice un giovane.