Fiumicino, regali al dirigente in cambio di favori: sette denunciati

Fiumicino, regali al dirigente in cambio di favori: sette denunciati
di Alessia Marani
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Giovedì 18 Marzo 2021, 00:45

La promessa di assunzione della moglie da parte di una delle ditte “amiche”, i biglietti per la partita dell’Italia all’Olimpico e il Sei nazioni del rugby, quelli aerei per le vacanze del figlio, la Mercedes a uso esclusivo con tanto di pieno di benzina fatto fare “su ordinazione” e una Smart per la famiglia. E poi: il pagamento del bollo, le riparazioni e la manutenzione delle vetture, e quando le “regalie” si trasformavano in soldi cash per intascarli ecco pronte, a giustificativo, fatture inferiori ai 7mila euro (quindi senza obbligo di rendicontazione) da intestare per non meglio definite “prestazioni occasionali” sempre a prole e consorte.

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L’ex vice direttore dell’Enac, Mario Mancino, 55 anni, finisce di nuovo nel mirino della Polaria di Fiumicino e della Procura di Civitavecchia.

Già arrestato nel luglio del 2020 in un primo filone dell’inchiesta su corruzione e appalti all’aeroporto (misura riqualificata a settembre) che aveva riguardato prettamente il settore cargo, ora il suo nome compare anche tra quelli di altre 7 persone deferite all’autorità giudiziaria sempre per episodi di corruzione e falso. Oltre a lui, nei guai, sono finiti imprenditori che avevano bisogno di certificazioni specifiche per potere operare in un contesto aeroportuale, compresa l’assistenza ai passeggeri. Certificati rilasciati, in alcuni casi, «come puro atto formale con una incredibile superficialità», come riscontrato dagli investigatori della Frontiera diretti da Giovanni Casavola.

In un anno di indagini gli agenti della Polizia giudiziaria hanno ascoltato telefonini e piazzato ambientali nell’ufficio del funzionario. A quanto pare, tra le ditte e gli imprenditori commerciali si era diffusa la convinzione che bastasse qualche utilità per «ingentilire» il dirigente. Il quale, una volta, ottenuto il “benefit” veniva trattato come un subalterno dagli imprenditori. Emblematico il colloquio ripreso dalla microcamera sistemata dietro la scrivania di Mancino con uno degli imprenditori. Prima il dirigente esige il pagamento della tassa di possesso della sua auto e di quella della moglie («Embè lo devo paga’ io?», replica l’interlocutore sorpreso; «Non m’hai detto che mi davi... un benvenuto», chiarisce Mancino; «Quant’è?», «Trecento euro»), poi l’imprenditore torna furioso per avere sborsato il denaro non avendo ricevuto ancora il favore: «Già me sei costato e non hai prodotto! Tre piotte! Stamo a gioca’ a poker?». 

L’ASSUNZIONE
«Fa riflettere come - spiega Fernando Speziali, a capo della sezione di polizia giudiziaria - venga svilita la funzione pubblica e come l’autorevolezza del pubblico ufficiale sia calpestata dopo la dazione dei soldi». In un’altra intercettazione si sente l’ex funzionario che parla con il figlio in partenza con gli amici per la Spagna: «Mi raccomando non dire che tu il biglietto non lo hai pagato». E quando stringe il patto per l’assunzione della moglie (saltata per l’arresto di luglio), l’interlocutore è contento di chiarire che lei non dovrà faticare: «Poi tu’ moglie non deve fa’ niente, faccio tutto io!». Enac precisa che «l’Ente ha collaborato alle indagini, provvedendo alla immediata sospensione del funzionario dal servizio», mentre nessun dipendente aeroportuale è coinvolto.
 

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