La linea è stata già tracciata. Dieci progetti da presentare al governo con maggiori chance di entrare nella lista di quelli finanziati con il Recovery fund. Una cabina di regia tra Campidoglio e imprese, che accanto alla programmazione degli interventi da fare, sappia scrivere una candidatura credibile per l'Expo del 2030 e nel contempo abbia forza e autorevolezza per fare pressione sull'esecutivo. Anche nella definizione delle opere per il Giubileo del 2025. Ieri, da Palazzo Senatorio, è partita la lettera con la quale Virginia Raggi ha chiesto alle associazioni datoriali (Unindustria, Confcommercio, Cna, Confesercenti e la Camera di Commercio), ai principali gruppi nazionali e stranieri e alle partecipate statali di sedersi intorno a un tavolo per disegnare assieme il futuro della Città eterna. Una missiva che segue quella mandata l'altro ieri e destinata ai capigruppo dei partiti di opposizione in Aula Giulio Cesare e alle parti sociali, sindacati in testa, per giocare una partita più politica, soprattutto sul fronte dei poteri speciali, delle nuove competenze istituzionali. Ma in Campidoglio guardano soprattutto a un asse con il mondo produttivo per strappare le risorse necessarie per il rilancio della città.
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Il cronoprogramma
I tempi sono molto stretti, con la prima riunione che deve tenersi a inizio anno, se si vuole far cambiare idea al governo, che dalle prime bozze del Recovery è sembrato aver dimenticato Roma.
Guardando al perimetro della Capitale, spazio all'Anello ferroviario di Roma (547 milioni), con Ferrovie, il Comune e la stessa Regione che hanno anche concordato un piano di riqualificazione nelle periferie attraversate dal percorso. Ma parallelamente deve andare a compimento il prolungamento delle metropolitane di Roma (la A, la B e la C): per collegare il Centro verso Monte Mario, Casal Monastero, Clodio o Grottarossa servono circa 6,450 miliardi di euro, mentre altri 2 miliardi sono attesi per la futura metro D. Meno di un miliardo può essere sufficiente per realizzare 9 nuove tramvie.
Ma oltre alle infrastrutture per la mobilità, il Recovery fund guarda anche ad altre due direttrici: la rigenerazione urbana e rilancio sociale del territorio. Con le cosiddette Isole ambientali e pedonali su Roma potrebbe piovere mezzo miliardo per riqualificare il centro storico. Sul fronte dei rifiuti, sessanta milioni si attendono per un nuovo Tmb e altri 68 milion per gli impianti per il trattamento organico. Sempre in nome dell'ambiente, la Ue potrebbe consentire al Campidoglio di rinnovare a costo zero la flotta dei vecchi euro 4 dell'Atac con 160 milioni.