L'accusa
Per Salis la Procura, nell'atto di rinvio a giudizio, lo scorso novembre ha chiesto 11 anni di carcere mentre è dello scorso giugno il no dei giudici ai domiciliari. «È una situazione incredibile e ingiusta» ha commentato Salis che sente la figlia quasi tutti i giorni. «Le comunicazioni che facciamo sono operative. È un momento in cui parliamo delle cose che servono per farla uscire» ha spiegato aggiungendo che dall'Italia «quello che si può fare è firmare la petizione per la sua liberazione».