Platone, svelato il luogo dove è stato sepolto: la rivelazione dai papiri carbonizzati di Ercolano

L'èquipe di fisici e chimici del CNR ha utilizzato strumenti iper-tecnologici per decifrare i manoscritti bruciati dall'eruzione del Vesuvio: svelate mille parole nuove e testi inediti

Crediti CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche progetto GreekSchools
di Laura Larcan
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Martedì 23 Aprile 2024, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 16:33

Tanto famosi, se non leggendari, quanto ancora avvolti dall’aura del mistero. Reperti delicatissimi e preziosi, i papiri carbonizzati di Ercolano, che nella loro fragilità estrema stanno rivelando ora capitoli di storia (e letteratura) inedita. A partire dalla biografia incredibile di Platone. Un’impresa che passa per tecnologie altamente sofisticate, sistemi unici e all’avanguardia, come i raggi X, la tomografia, l'imaging all'infrarosso e la microscopia digitale ad alta risoluzione, che possono indagare, decifrare, scoprire senza manipolare quei frammenti consumati dalla cenerite devastante del Vesuvio del 79 dopo Cristo, la stessa tragedia che ha travolto Pompei.

Scoperta tomba di Platone: dettagli dai papiri di Ercolano

L'occhio bionico al servizio dell'archeologia

Un occhio bionico al servizio dell’archeologia. E’ quello messo in campo con l’ambizioso progetto GreekSchools, guidato da Graziano Ranocchia dell'Università di Pisa, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche e i suoi Istituti di Scienze del Patrimonio Culturale e di Linguistica, in collaborazione con la Biblioteca nazionale di Napoli che materialmente conserva i papiri carbonizzati di Ercolano. Un’impresa di ricerca e tecnologia avviata tre anni fa (con una durata fino al 2026) che può vantare già sorprendenti risultati: oltre 1000 parole nuove o diversamente lette rispetto agli ultimi studi risalenti al 1991, il che corrisponde a circa il 30% di testo in più. «Alcune integrazioni precedenti sono state sostituite, alcuni passaggi precedentemente frammentari sono stati integrati o riletti.

L'aumento del testo corrisponde all'incirca alla scoperta di 10 nuovi frammenti di papiro di media grandezza», spiegano dall’équipe guidata da Graziano Ranocchia.

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Platone e i filosofi di Atene

«Le nuove letture attingono spesso a fatti nuovi e concreti sull'Accademia di Platone, sulla letteratura ellenistica, Filodemo di Garada e la storia antica in generale». Filosofia come protagonista, insomma. Lo staff papirologico di fisici e chimici del Cnr ha prodotto nuove edizioni critiche della Rassegna dei filosofi di Filodemo, con risultati sorprendenti pubblicati anche su Nature. Platone è protagonista di importanti rivelazioni biografiche. I papiri svelano adesso «che Platone fu sepolto nel giardino di Platone, un'area privata destinata alla scuola platonica, dell'Accademia di Atene, vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. Finora era solo noto che egli era sepolto genericamente nell’Academia», raccontano Graziano Ranocchia e Kilian Fleischer. «Emerge ora che Platone fu venduto come schiavo sull'isola di Egina già nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l'isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. Fino ad ora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa». L'episodio dell'ultima notte di Platone e della visita del caldeo è stato radicalmente rivisto: «il dialogo tra i personaggi è ora diverso - spiegano gli studiosi - Adesso è chiaro chi parla, chi fa commenti e in che momento. Platone si esprime in modo sprezzante sulle capacità musicali e ritmiche di una musicista barbara, originaria della Tracia».

Le informazioni di Carneade citato anche da Manzoni

Tra le nuove decifrazioni, spiccano una quindicina di righe che in precedenza erano rimaste praticamente illeggibili forniscono nuove informazioni sul celebre Carneade (citato anche da Manzoni nei “Promessi Sposi”). «Si forniscono le ragioni per cui egli non lasciò una produzione scritta e apprendiamo, tra l'altro, di discussioni filosofiche con lo stoico Diogene di Babilonia. Si parla anche della famosa ambasciata dei caposcuola ateniesi (Carneade, Diogene, Critolao) a Roma del 146 a.C.», raccontano gli studiosi. Il progetto punta anche ad una rivoluzionaria valorizzazione dei manoscritti esposti per circa 270 anni dalla loro scoperta, avvenuta tra il 1752 e il 1754, al decadimento del tempo.

L'officina dei papiri a Napoli

Un tesoro che a causa dell'unicità e della fragilità, non può essere presentato al grande pubblico. Per questo è stata allestita l'Officina dei Papiri della Biblioteca Nazionale di Napoli per la lettura e la riproduzione dei papiri: l'obiettivo è quello di analizzare centinaia di papiri di Ercolano e di archiviare le immagini ottenute in un archivio online ad accesso aperto. «Abbiamo immagazzinato tutte le immagini ottenute con le varie tecniche in un dispositivo di storage e backup dislocato a Montelibretti, nella sede romana del CNR-Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - spiega Graziano Ranocchia - Tra poche settimane esse saranno disponibili ad accesso aperto nel repositorio digitale della Biblioteca Nazionale di Napoli. Si tratta principalmente delle seguenti tipologie di immagini: fotografia tecnica a luce visibile, infrarossa e ultravioletta, fotogrammetria, immagini iperspettrali a luce infrarossa, immagini ottenute con microscopio digitale ad alta risoluzione e mappe di distribuzione dei metalli ottenute con macro-fluorescenza a raggi X».

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