Giubileo, Papa apre la Porta santa: duemila persone a San Giovanni
 

Giubileo, Papa apre la Porta santa: duemila persone a San Giovanni  
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Domenica 13 Dicembre 2015, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 19:21

Dopo quella di San Pietro, papa Francesco ha aperto stamane la Porta Santa nella basilica papale di San Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma. «È questa la porta del Signore», ha detto il Pontefice nel suggestivo rito prima di celebrare la messa.
 



«Apritemi le porte della giustizia», ha aggiunto. «Per la tua grande misericordia entrerò nella tua casa, Signore». Quindi ha spinto la porta per aprirla e ha sostato sulla soglia in preghiera, prima di entrare nella basilica.



«Questa terza domenica di Avvento attira il nostro sguardo verso il Natale ormai vicino. Non possiamo lasciarci prendere dalla stanchezza; non ci è consentita nessuna forma di tristezza, anche se ne avremmo motivo per le tante preoccupazioni e per le molteplici forme di violenza che feriscono questa nostra umanità». Lo ha detto papa Francesco nell'omelia della messa nella basilica di San Giovanni in Laterano, dove ha presieduto il rito di apertura della Porta Santa. «La venuta del Signore, però, deve riempire il nostro cuore di gioia», ha sottolineato il Pontefice.

«L'invito rivolto dal profeta all'antica città di Gerusalemme - ha detto ancora -, oggi è indirizzato anche a tutta la Chiesa e a ciascuno di noi: 'Rallegrati esulta!' (Sof 3,14). Il motivo della gioia è espresso con parole che infondono speranza, e permettono di guardare al futuro con serenità. Il Signore ha revocato ogni condanna e ha deciso di vivere in mezzo a noi».

«A noi viene chiesto un impegno radicale. Davanti alla Porta Santa che siamo chiamati a varcare, ci viene chiesto di essere strumenti di misericordia, consapevoli che saremo giudicati su questo». HJa detto il Papa. «Chi è stato battezzato sa di avere un impegno più grande. La fede in Cristo provoca ad un cammino che dura per tutta la vita: quello di essere misericordiosi come il Padre», ha aggiunto. «La gioia di attraversare la Porta della Misericordia si accompagna all'impegno di accogliere e testimoniare un amore che va oltre la giustizia, un amore che non conosce confini - ha detto ancora il Pontefice -. È di questo infinito amore che siamo responsabili, nonostante le nostre contraddizioni».

Un monito contro l'arroganza dei potenti e contro le tangenti è stato pronunciato da Papa Francesco durante l'Angelus a piazza San Pietro. Rientrato in Vaticano dopo l'apertura della Porta Santa e la celebrazione della Santa Messa nella Basilica Papale di San Giovanni in Laterano, alle ore 12 di oggi - III Domenica di Avvento «Gaudete» - Papa Francesco si è affacciato alla finestra dello studio del Palazzo Apostolico per recitare l'Angelus con i fedeli e i pellegrini arrivati in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale. Prima dell'Angelus, il Papa ha sottolineato: «Nel Vangelo di oggi c'è una domanda scandita per tre volte: 'Che cosa dobbiamo fare?' La rivolgono a Giovanni Battista tre categorie di persone: la folla in genere; i pubblicani, ossia gli esattori delle tasse; e alcuni soldati». «La risposta di Giovanni alla domanda della folla è la condivisione dei beni di prima necessità: 'Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettantò. Agli esattori delle tasse dice di non esigere nulla di più della somma dovuta , ovvero le tangenti -ha scandito il Papa- ai soldati domanda di non estorcere niente a nessuno ma di accontentarsi delle loro paghe. Tre risposte per un identico cammino di conversione, che si manifesta in impegni concreti di giustizia e di solidarietà. È la strada che Gesù indica in tutta la sua predicazione: la strada dell'amore fattivo per il prossimo».

«Nessuna categoria di persone -ha affermato il Papa- è esclusa dal percorrere la strada della conversione per ottenere la salvezza, nemmeno i pubblicani considerati peccatori per definizione. Dio non preclude a nessuno la possibilità di salvarsi», ha detto ancora Francesco. Sottolineando più avanti che il messaggio dell'Angelus di oggi è che «bisogna cambiare direzione di marcia e intraprendere la strada della giustizia, della solidarietà, della sobrietà, che sono i valori imprescindibili di una esistenza pienamente umana e autenticamente cristiana. Convertitevi! È la sintesi del messaggio del Battista. E la liturgia di questa terza domenica di Avvento ci aiuta a riscoprire una dimensione particolare della conversione: la gioia». Dopo l'Angelus, il Papa ha affrontato come di consueto alcuni temi di attualità. Ha ricordato l'accordo uscito dalla Conferenza sul Clima di Parigi «da molti definito storico» e la cui «attuazione richiederà l'impegno di tutti». Il Papa ha raccomandato un'attenzione particolare per i Paesi più poveri ed ha esortato «l'intera comunità internazionale a proseguire con sollecitudine» il cammino per la tutela del pianeta.

Francesco ha poi parlato della Conferenza Ministeriale dell'Organizzazione Internazionale del Commercio che si aprirà il 15 dicembre a Nairobi. «Mi rivolgo ai Paesi che vi parteciperanno, affinché le decisioni che saranno prese tengano conto dei bisogni dei poveri e delle persone più vulnerabili, come anche delle legittime aspirazioni dei Paesi meno sviluppati e del bene comune dell'intera famiglia umana», ha detto il Pontefice. Infine, è tornato a parlare del Giubileo: «In tutte le cattedrali del mondo, sono aperte le Porte Sante, perché il Giubileo della Misericordia possa essere vissuto pienamente nelle Chiese particolari. Auspico che questo momento forte stimoli tanti a farsi strumenti della tenerezza di Dio. Come espressione delle opere di misericordia, sono aperte anche le »Porte della Misericordia« nei luoghi di disagio e di emarginazione. A questo proposito, saluto i detenuti delle carceri di tutto il mondo», ha detto il Papa. Nel salutare le diverse comunità accorse a piazza San Pietro, il Papa ha citato anche «i membri del Movimento dei Focolari insieme ad amici di alcune comunità islamiche: andate avanti con coraggio nel vostro percorso di dialogo e di fraternità, perché tutti siamo figlio di Dio», ha concluso, prima di congedarsi con il consueto augurio di «buona domenica e buon pranzo» e l'invito ai fedeli a pregare per lui.


 

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