Expeditions: A MudRunner Game, la bellezza di guidare (lentamente) nella natura

Il nuovo simulatore di Saber Interactive porta i giocatori alla scoperta del Grand Canyon: a bordo di camion e fuoristrada dovranno affrontare rocce e fango per portare a termine una serie di missioni scientifiche. Un titolo tanto difficile quanto appagante

Expeditions: A MudRunner Game, la bellezza di guidare (lentamente) nella natura
di Andrea Andrei
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Martedì 26 Marzo 2024, 20:11 - Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 20:21

Passereste ore davanti allo schermo cercando di attraversare un dislivello fangoso con un camion? Io sì, e come me tante persone. C'è un genere videoludico che, nonostante sia ancora considerato da molti stravagante, vanta una comunità di appassionati sempre più vasta e agguerrita, che popola forum, siti e gruppi social. Si tratta di videogiochi che simulano attività e mestieri considerati noiosi, come l'agricoltore ("Farming Simulator" ad esempio è così popolare da avere anche una rivista dedicata), o il macchinista della metropolitana.

UN GENERE NON PER TUTTI

Tra questi ce n'è uno, particolarmente lento e difficile, sviluppato da Saber Interactive e uscito nel 2017: "MudRunner", simulatore di guida di mezzi pesanti in luoghi ostili che riproduce realisticamente la fisica degli pneumatici su roccia e fango. A questo è seguito, nel 2020, "Snowrunner", ancora più vasto e dettagliato, che aggiungeva anche la possibilità di farsi largo con i propri mezzi pesanti anche attraverso la neve, in una serie di mappe selvagge e completamente esplorabili, dal Michigan all'Alaska.

Lo scopo del gioco è minimale: trasportare merci varie (legname, mattoni, cemento, ecc.) da un punto A a un punto B. Nessun elemento umano: solo fuoristrada, camion e la splendida natura intorno, con giorno e notte che si alternano e sole, pioggia e neve che rendono il terreno più o meno ostile. Ma portare a termine le missioni è tutt'altro che semplice: ogni viaggio può durare ore e va pianificato con cura perché il rischio di restare impantanati o di ribaltarsi e perdere il carico è sempre dietro l'angolo. E se questo dovesse avvenire (abituatevi all'idea: avverrà di certo, decine di volte), l'unico modo è mandare a monte la missione e ripartire da zero dal garage oppure organizzare una spedizione di recupero (altrettanto complicata e rischiosa) del mezzo impantanato e tentare di proseguire oltre. Una difficoltà che è valsa a questi titoli il paragone con videogame di tutt'altro genere ma di complessità epica come "Bloodborne" o "Dark Souls". Il numero di mezzi, mappe e missioni di base garantisce già ore e ore di gioco, ma i tanti contenuti extra che si possono acquistare ne fanno un gioco quasi infinito.

IL NUOVO ARRIVATO

Il 5 marzo scorso è uscito l'attesissimo "Expeditions: A MudRunner Game", che trasporta il giocatore in Arizona, nel profondo Grand Canyon, e nei Carpazi tra rocce, sabbia e fango. Il fine del gioco è sempre lo stesso, ma cambia lo scenario: non bisogna più trasportare merci e materiali di costruzione, ma portare a termine missioni naturalistiche o scientifiche: scoprire ossa di dinosauro, effettuare rilievi sismici, recuperare ricercatori dispersi e mille altre avventure. Da subito è chiaro che l'intento degli sviluppatori è stato creare un ambiente di gioco che fosse più fruibile anche da chi non ama il genere MudRunner duro e puro. Lo si capisce già dal menu: in SnowRunner comprendere come schierare, personalizzare e spostare i mezzi da una mappa all'altra rappresentava una barriera talmente complicata da spingere molti giocatori ad abbandonare l'impresa fin da prima di iniziare.

In Expeditions invece il tutorial permette di prendere confidenza con il gioco più gradualmente, e non è più necessario spostare mezzi tra le varie mappe.

E se in SnowRunner chi riusciva ad avviare il motore si ritrovava alla guida di un pickup con le ruote lisce che sbandava e si impantanava senza pietà dopo duecento metri, in Expeditions esiste addirittura una mappa tutorial, il Colorado, che con un discreto camion scout permette di prendere confidenza con i comandi, con il terreno e con i vari sistemi (dal metal detector al salvifico verricello), che si riveleranno fondamentali per portare a termine le missioni. A tal proposito, le novità rilevanti sono due: la possibilità di legare il verricello (la corda che sfrutta la potenza del motore del camion per tirarsi fuori da zone allagate o fangose) a dei ganci mobili, e quella di regolare la pressione degli pneumatici. Quest'ultimo sistema rende tutto più realistico: proprio come nel vero offroad, sgonfiando le gomme si aumenta infatti l'aderenza del mezzo al terreno ma si consuma più carburante.

 

LE MISSIONI

Man mano che si procede nel gioco, sarà possibile sbloccare nuove missioni, di difficoltà crescente: anche in questo Expeditions va incontro ai giocatori, accompagnandoli quasi per mano a scoprire le mappe, che inizialmente saranno oscurate: l'unico modo per osservarle dall'alto saranno il drone e il binocolo che si hanno a disposizione, e procedere un passo alla volta. Per i neofiti, è importante capire fin da subito che per guidare in offroad non basta premere l'acceleratore, anche perché ci vuole poco ad accorgersi che la velocità è nemica del fuoristrada: il rischio di ribaltarsi o danneggiare seriamente motore e pneumatici è altissimo. Ed è questa una delle caratteristiche principali della serie di Saber Interactive: il tempo sembra non passare mai, anche se poi in realtà passa molto velocemente. Per guadare un piccolo fiume possono volerci decine di minuti, ma per voi che siete lì a ruotare di continuo lo sterzo, ad attivare e disattivare il cambio differenziale, a gonfiare e sgonfiare gli pneumatici e a godervi ogni minimo cambiamento del terreno al vostro passaggio metro dopo metro, sembreranno passati pochi secondi. Expeditions è il gioco "slow" per eccellenza: sbrigarsi non serve a niente, l'unico vero fine è godersi il viaggio stando attenti a fare, con calma, tutti i passaggi che vanno compiuti. Anzi, scoprirete l'eccitazione di dover affrontare una discesa ripidissima e di dover scalare una montagna e vi ritroverete a sudare freddo quando deciderete di attraversare un fiume sperando di non essere trascinati via e che il livello dell'acqua non raggiunga il motore mandandolo in stallo e distruggendo per sempre le vostre velleità di esploratori.

Le missioni vanno preparate con cura, non solo studiando la mappa e cercando di disegnare il percorso migliore da seguire, ma organizzandosi anche con scorte e ricambi: a ogni spedizione completata vi verrà dato un premio in denaro (con cui comprare nuovi mezzi o potenziamenti per i camion), con un anticipo che servirà ad acquistare taniche di carburante (la gestione della benzina è uno degli aspetti più delicati del gioco), ruote di scorta o ganci per il verricello utili per terminare la missione. Spesso però l'attrezzatura da comprare sarà obbligatoria, come obbligatorio sarà anche assumere degli specialisti per accompagnarci. Ma se la spedizione non dovesse andare a buon fine, oltre ad aver perso tempo e pazienza, avremo anche perso i soldi.

PRO E CONTRO

Il nuovo lavoro di Saber Interactive punta principalmente su quelli che sono stati i cavalli di battaglia dei titoli precedenti: il realismo, la grafica e la fisica sorprendenti, le ambientazioni mozzafiato, la perfetta colonna sonora rock & blues. L'idea di variare il contesto, passando dal trasporto nudo e crudo alle spedizioni naturalistiche, è stata sicuramente azzeccata, ma si ha come l'impressione che qualcosa sia stato snaturato. Gli sviluppatori, nel tentativo di rendere Expeditions più accessibile rispetto ai suoi ostili e arcigni colleghi più anziani, hanno finito per togliere un po' della magia che era (ed è ancora) l'anima di SnowRunner. È come se tra droni, ecoscandagli, metal detector e super-dispositivi tecnologici si sia perso il fascino "grezzo" tipico dell'offroad, fatto di gomma, lamiera e carichi pesanti e traballanti. E poi c'è poca varietà negli scenari. L'Arizona è splendida, ma è essenzialmente un deserto di roccia rossa, mentre i Carpazi, con i loro boschi e i loro corsi d'acqua, sono molto più stimolanti. La neve è la grande assente: speriamo quindi che vengano introdotte nuove mappe per restituire la stessa alternanza di paesaggi che è stata la fortuna di SnowRunner.

Expeditions, come tutti i giochi della serie MudRunner, per certi versi assomiglia più a un lavoro che a un gioco. Non solo per il suo grado di realismo, ma soprattutto per l'impegno, mentale e non, che richiede. Ecco perché è uno di quei titoli che si ama si odia. E se probabilmente sono di più quelli che lo odiano, d'altra parte chi lo ama smette di essere un semplice giocatore e diventa un vero appassionato. Sarete voi, il vostro camion e la natura, splendida e inesorabile, intorno a voi. Provateci, almeno una volta: è difficile sì, ma l'esperienza vale il viaggio.

andrea.andrei@ilmessaggero.it

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