Superbonus, rischio ususa per i crediti bloccati. L'allarme di Cna: «Girano soggetti che propongono di acquistare i bonus al 50-60%»

La conferenza stampa di Cna, Confartigianato e Ance
di Fabio Nucci
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Martedì 21 Marzo 2023, 07:38

Un miliardo e mezzo di crediti incagliati, con cantieri a rischio, anche tra quelli del post sisma 2016 e l’ombra dell’usura che si allunga sulle difficoltà legate ai bonus edilizi. La questione agevolazioni fiscali resta centrale per migliaia di imprese delle costruzioni dopo la decisione del governo di bloccare cessione crediti e sconto in fattura. «Ci vengono segnalati soggetti che si presentano dicendosi disposti ad acquistare i crediti d’imposta versando il 50-60% del totale», evidenzia Roberto Giannangeli, direttore regionale Cna.
È uno dei temi affrontati nell’incontro convocato a Perugia da Cna, Confartigianato e Ance Umbria sulla questione agevolazioni fiscali. «Sono numerose le imprese preoccupate dall’entrata in vigore del blocco disposto dal governo sui bonus a sostegno di miglioramento sismico ed efficientamento energetico delle abitazioni private», ha osservato Michele Carloni, presidente Cna Umbria. «Si rischia di paralizzare gli investimenti nel settore costruzioni: nell’ultimo biennio i bonus edilizi hanno attivato circa 3 miliardi di euro (dati Cresme/Cna), 2 dei quali per i bonus fiscali “minori”». Albano Morelli, presidente Ance Umbria, ha parlato di situazione esplosiva. «C’è in gioco la tenuta socio-economica del Paese, con migliaia di imprese a rischio fallimento, e posti di lavoro che potrebbero sparire». A livello nazionale, 19 miliardi di crediti bloccati, 115mila cantieri in gioco, 32mila imprese in bilico e oltre 70mila addetti nel limbo. «Per l’ Umbria si stima un miliardo e mezzo di crediti incagliati – ha spiegato Giannangeli – e siamo preoccupati per i 6mila cantieri del “110”, ma di più per gli altri, più piccoli ma più numerosi, attivati tramite i bonus minori». In tutto oltre 30mila siti coinvolti, molti diffusi nel cratere del sisma 2016. «La misura va riprogrammata, evitando blocchi nei cantieri della ricostruzione», ha aggiunto Morelli. «La novità stava nello sconto in fattura e nella cessione del credito – ha rilevato Mauro Franceschini, presidente Confartigianato Umbria – e la revisione del meccanismo è una contraddizione: come si rende efficiente il patrimonio immobiliare come vuole l’Ue? Il nostro obiettivo è salvare le imprese, non arricchirle, con un intervento rapido e certo: non si può fare impresa se le norme cambiano velocemente».
La strada intrapresa dalle associazioni è quella del dialogo e al confronto è stata infatti invitata anche la governatrice Donatella Tesei che solidarizzando con le imprese, ricordando la necessità dell’intervento a salvaguardia dei conti pubblici. «Il tema è complesso», ha detto. «Abbiamo avuto riserve quando il “110” è dilagato in modo incontrollato ma è anche vero che le regole in corsa non vanno cambiate. La questione non è nelle nostre mani, ma come Regione richiameremo il Governo a una maggiore condivisione con le associazioni di categoria e professionali», ha spiegato la presidente. «Come Cabina di regia abbiamo presentato un emendamento per apporre una deroga al Decreto 11 nel cratere sismico 2016 per non bloccare la ricostruzione che ora viaggia spedita e che si aggiunge all’altro recente sisma». I numeri dei due comuni capoluogo confermano il blocco degli investimenti. «Nel 2022 a Perugia abbiamo acquisito 2mila Cilas (Comunicazione di inizio lavori) – ha spiegato l’assessore Margherita Scoccia – e nel 2023 meno di 30 e per varianti. Occorre intervenire per salvaguardare le operazioni in essere». Situazione speculare a Terni. «Alle oltre 1.500 Cilas del 2022 ha fatto seguito una sola richiesta nel 2023», ha aggiunto l’assessore Daniele Cini. «L’errore è stato pensare a una misura contingente che ha costretto a inseguire le scadenze, creando effetti distorsivi che hanno ridotto l’effetto moltiplicatore del bonus e in certi casi aumentato i prezzi. Ora serve un intervento strutturale».
In difficoltà anche i committenti, singole famiglie che di fronte a scadenze imminenti (a fine marzo per il nuovo stato avanzamento lavori) si trovano senza soldi, con cantieri bloccati e il rischio di vedersi riprendere i bonus incassati. In più, il sospetto che soggetti non proprio espressione dell’economia legale abbiano iniziato ad aggirarsi nella regione. «Si presentano nelle banche, altre volte direttamente dai clienti proponendo di acquistare i crediti al 50-60%», segnala Giannangeli parlando apertamente di «rischio usura».

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