Bori è stato eletto a Palazzo Cesaroni, è il capogruppo del Pd e nei giorni scorsi ha depositato la proposta di legge per eseguire il taglio. L’idea del consigliere dem è parametrare le indennità dei consiglieri regionali a quelle del sindaco di una città grande come l’Umbria. E un’idea del genere potrebbe davvero arrivare a dama. Dalla parte della maggioranza di centrodestra, infatti, c’è chi ragiona in termini simili. Ieri mattina, partecipando alla trasmissione “il Punto” della testata TeleCru del Consiglio regionale, il presidente dell’Assemblea legislativa Marco Squarta ha detto la sua: «Nello scorso mandato ho restituito 50mila euro, ritengo giusta una riduzione delle indennità dei consiglieri regionali, ma con determinati criteri - ha spiegato Squarta - va tenuto conto che un consigliere regionale è eletto con le preferenze e che si tratta di un impegno a tempo pieno: per questo va garantito che tutti possano fare politica, non soltanto “i figli di”. Io trovo adeguata l’idea di una riduzione, magari arrivando all’indennità percepita dal sindaco di una città con un numero di residenti paragonabile a quello dell’Umbria». C’è già una data per misurare le possibilità che il taglio vada effettivamente in porto: il 23 dicembre la governatrice Donatella Tesei esporrà in aula le linee programmatiche del suo mandato e lì la proposta Bori potrebbe essere messa a disposizione dell’Aula. Il principio condiviso da destra a sinistra è lo stesso: uno sforzo per ridurre la distanza tra istituzioni e cittadini.
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