GUBBIO - C’è un borgo dove vivono dieci famiglie che resistono a tutto, dalle frane ai crolli di vecchie case disabitate in qualche situazione da oltre quarant’anni. Nella frazione dimenticata di Vignoli non molla nessuno. Guai a chiedergli di traslocare, mentre invocano attenzioni e chiedono interventi concreti risolutivi stando in balia degli eventi e pure dei crolli di fabbricati diroccati che tengono continuamente in apprensione. Il crollo sotto Pasqua di una casa, lasciata incustodita dagli anni ’80, sta facendo scalpore anche perché il boato s’è sentito forte e ha fortemente preoccupato quanti l’hanno sentito. Si è temuto il peggio. Per fortuna non ci sono state conseguenze, poiché al momento del cedimento improvviso nessuno passava e l’intervento dei vigili del fuoco e della polizia locale è servito per prendere atto della situazione e transennare l’area. Si è provveduto a mettere in sicurezza la restante parte della casa rimasta ancora in piedi e soprattutto la strada che risale.
ZONA ROSSA
Quell’abitazione diroccata non si trova all’interno dell’area perimetrata dopo la frana più consistente che risale al 2013 e ha inizialmente interessato le prime case di Vignoli, fino ai dintorni del ponticello, e che nel 2018 ha visto una nuova delimitazione. Nella decina di famiglie ci sono prevalentemente anziani e qualche giovane. Nel periodo estivo la zona si rianima per la presenza di chi torna da fuori Gubbio possedendo un’abitazione. Vignoli è da anni una frazione problematica, dai primi movimenti franosi a monte della frazione nei primi anni ’80 sino alla frana del 2013 all’ingresso del centro abitato salendo da Torre Calzolari.
I SOLDI
«C’erano 3.660.190 euro stanziati dalla Regione nel 2021 - ha rivelato uno dei residenti, Mauro Monacelli, già presidente del Comitato territoriale dell’area est – ma ritenendo che non avrebbero risolto, hanno previsto solo 520mila euro per consentire ai privati di acquisire terreni altrove, dove costruire le case, sebbene il Comune avesse delle aree proprie. Ci hanno poi indotto a ricorrere al 110 per cento, come unica soluzione possibile. Il Comune ci ha lasciati soli e negli anni il borgo si è spopolato».