Narni, appalti a cooperative che danno lavoro a persone svantaggiate nel mirino della corte dei conti

L'ex giunta comunale e due dirigenti citati a giudizio per un presunto danno erariale

Narni, appalti a cooperative che danno lavoro a persone svantaggiate nel mirino della corte dei conti
di Nicoletta Gigli
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Giovedì 18 Maggio 2023, 17:05

NARNI - Appalti che sarebbero stati affidati per nove anni grazie alle proroghe a due cooperative, una delle quali dà lavoro a soggetti svantaggiati e persone in difficoltà.

Un presunto danno erariale da mancata concorrenza che, per l’accusa sostenuta dalla procura contabile, supera i 211mila euro.

Una cifra che la procura regionale della corte dei conti dell’Umbria ora chiede indietro alla ex giunta del Comune di Narni e a due dirigenti comunali dell’ente.

Nel mirino della magistratura contabile sono finiti gli appalti per la gestione dei servizi cimiteriali, per la pulizia degli uffici comunali, per l’infopoint turistico, per la gestione del centralino e dell’uscierato.

Il periodo finito sotto la lente d’ingrandimento della magistratura contabile è quello che va dal 2012 al 2021.

Anni in cui, per l’accusa, si sarebbero contate decine di proroghe degli affidamenti diretti dei vari servizi comunali che riguardano la gestione dei cimiteri, l’infopoint, la pulizia degli uffici, per la gestione del centralino e degli accessi al palazzo comunale.

Un procedimento che è stato aperto su iniziativa dei procuratori Rosa Francaviglia e Enrico Amante nel novembre scorso col quale si vuole far luce su «plurimi, reiterati affidamenti diretti e proroghe ritenute illegittime in favore di due cooperative sociali», una di tipo A e l’altra di tipo B,  che si occupa del reinserimento lavorativo di persone svantaggiate.

Ieri il procedimento che ha chiamato in causa i nove amministratori della vecchia giunta di Narni e i due dirigenti comunali è stato discusso in aula alla presenza dei legali delle undici persone citate a giudizio, difese dagli avvocati Ermanno Ventura, Marco Franceschini, Sandra Latini, Alessandro Liberati e Anna Befani.

Nella ricostruzione del pubblico ministero, Enrico Amante, si sottolinea come uno strumento che dovrebbe essere eccezionale e temporaneo sarebbe stato al contrario utilizzato in modo patologico.

Sotto accusa della procura contabile dell’umbria affidamenti diretti per tre milioni e mezzo di euro e molte proroghe, che non avrebbero seguito la via delle gare d’appalto. La cifra di 211mila euro viene stimata dall’accusa come presunto danno erariale in base ad un calcolo statistico. Un calcolo che ipotizza questo tipo di risparmio se i servizi fossero stati affidati all’esito di gare al massimo ribasso facendo partecipare altri soggetti.

In aula le difese degli undici citati a giudizio hanno insistito sulla correttezza delle procedure seguite. Sia gli amministratori che i dirigenti, per i legali, hanno agito secondo la legge nazionale e regionale e nell’interesse esclusivo dell’ente.

La sentenza è attesa nelle prossime settimane.

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