Nella Tuscia Viterbese le giornate di Pasqua e Pasquetta fanno rima con il sacro ma anche con il profano

A Tarquinia la processione del Cristo risorto
di Carlo Maria Ponzi
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Venerdì 29 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:45

Le giornate di Pasqua e Pasquetta intrecciano il sacro a il profano.

Il sacro è appannaggio delle Messe solenni (nel capoluogo, nella Cattedrale di San Lorenzo, officiata dal vescovo Orazio Francesco Piazza) e in pressoché in tutti i centri della provincia.

A Tarquinia, a Pasqua, la devozione di trasforma invece in puro spettacolo grazie alla processione del “Cristo che corre”. L’associazione “Fratelli del Cristo Risorto” così la racconta: “Per le vie della città, dalle ore 17,  viene trasportata a passo spedito, quasi di corsa e tra due ali di folla, una pregiata statua del Cristo Risorto. La statua fu commissionata dalla Corporazione dei Falegnami. Si narra che per ricordare la Risurrezione, venne dato l’incarico ad uno scultore che stava scontando una pena a vita, di scolpire nel legno un Cristo Risorto, superiore in bellezza a quanti già ne esistevano. Narra ancora la leggenda che, per impedire all’artista di fare, in seguito, una nuova Statua identica a quella scolpita o anche più bella, venisse spietatamente accecato. Apre la Processione la squadra degli Sparatori, con fucili caricati a salve con coriandoli. Una componente originale di questa processione è quella dei portatori dei Tronchi, delle grandi Croci con ghirlanda. Si tratta di croci il cui peso si aggira dai settantacinque ai novantacinque chili. Di notevole altezza (la più grande raggiunge circa 5 metri) il loro trasporto richiede una notevole abilità e forza per non essere sbilanciati durante il trasporto”.  

A Pasquetta si assiste a un altro appuntamento devozionale di antico lignaggio: a Blera, infatti, si perpetua il secolare pellegrinaggio a piedi alla grotta di San Vivenzio; si parte alle ore 7.30 dalla chiesa di S.

Maria Assunta e in tre ore, dopo aver percorso 12 km., si arriva alla grotta nei pressi di Norchia per la celebrazione liturgica; durante il pellegrinaggio, vengono intonati canti popolari dai membri della confraternita "La bianca". A Monte Romano, il lunedì dell’Angelo si trascorre invece alla Rocca Respampani (Monte Romano), una delle più antiche aziende agricole del Lazio, con una escursione di circa 13 chilometri tra le grotte della Porcareccia, la forra del fosso Pantacciano e quella del fiume Marta, la solfatara, il fosso del catenaccio con il mulino e la cascata, i ruderi della rocca vecchia (dall’esterno), il ponte di fra Cirillo e la rocca Respampani (dall’esterno).

Per l’ultima segnalazione è d’obbligo indicare la colazione pasquale nell’antico quartiere di Piano Scarano a Viterbo (organizzata dall’associazione Amici di Pianoscarano – Club Giulio Selvaggini) intorno alla Fontan di Piano, a base di coratelle, capocollo, altri insaccati tipici locali, formaggi, ricotta, pizza di Pasqua, uova di cioccolato e le immancabili “trecce” di mozzarella della premiata ditta Cioffi.

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