Precaria dal 2016, attualmente è insegnante di sostegno nella scuola primaria di Capalbio. Alessandra Torrioni, 49 anni di Montalto di Castro, è solo una delle centinaia di viterbesi in attesa di cattedra fissa e che ora si vedranno sfilare l’agognata stabilizzazione dai colleghi che risulteranno vincitori dei bandi del Pnrr. Diplomata al Magistrale e laureanda in Psicologia, nella prima parte della sua vita si è dedicata all’azienda di famiglia. Poi, la svolta: “Insegnare è sempre stato il mio desiderio. E sono riuscita a realizzarlo con ostinazione e molti sacrifici”. E adesso è portavoce nazionale del movimento spontaneo “Idonei 2020 per il ruolo, gli invisibili” insieme a Gian Michele Mostardini.
Di quale concorso risulta vincitrice?
“Sono risultata idonea nel concorso 2020 per la scuola primaria, durissimo e selettivo. fatto per la prima volta seguendo i canoni europei”.
Sperava finalmente nella stabilizzazione?
“Ovviamente, speravo ed ero ormai quasi certa che fosse giunto il momento di prendere il ruolo e stabilizzarmi. Evidentemente alla politica poco importa della stabilizzazione di noi “poveri” precari a tal punto da non garantirci un diritto giuridico. Questo perché gli idonei della mia graduatoria non sono stati considerati utili per il raggiungimento del target Pnrr; la contrattazione con l’Europa su questa cosa è stata imbarazzante perché superficiale e incauta verso di noi”.
Cosa ha provato quando è venuta a conoscenza dei concorsi del Pnrr?
"Imbarazzo per la politica che ha ordito questa cosa, ma anche sgomento per un sogno che si stava sgretolando, insieme alla sensazione di trovarmi nelle sabbie mobili".
Come movimento che chiedete?
"Al Parlamento e al ministero che le graduatorie a esaurimento non cadano nel dimenticatoio.
Quali strumenti avete per veder rispettati i vostri diritti?
“Favorire la conoscenza pubblica di questa ingiustizia aberrante; la conoscenza genera luce e di conseguenza consapevolezza che agisce. Credo nel lavoro di squadra. Stiamo facendo di tutto per farci notare, sentire e per favorire un veloce dialogo e una veloce soluzione della questione”.
Che sentimento le suscita questa situazione?
“Molta ansia, un forte senso di frustrazione. Una sorta di ingabbiamento che non mi merito, non avendo fatto niente per essere reclusa in questo contenitore dorato, sì, ma a quanto pare sterile”.