Rifiuti interrati al Pascolaro, il comitato cittadino al sindaco: «Un pericolo per la salute l'accesso libero, servono cartelli»

Il Pascolaro
di Federica Lupino
3 Minuti di Lettura
Domenica 23 Ottobre 2022, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 12:00

“Per prima cosa, chiediamo nuovamente al sindaco di segnalare in modo chiaro e visibile la pericolosità dell’area con appositi cartelli, per dissuadere le persone ad accedervi”. Dal comitato cittadino Valle del Tevere – Emergenza rifiuti tossici arriva forte l’appello al primo cittadino, Piero Rossi, affinché renda esplicito quali sono i 150 ettari su cui si stende l’area su cui si estende l’area del Pascolaro, il Casettone e Bivio del Pellegrino nel comune di Graffignano, oggetto del finanziamento di 13 milioni di euro per la bonifica. Al momento, infatti, come denunciano dal comitato, l’accesso è libero e questo rappresenterebbe un potenziale rischio per i cittadini.

Nella lunga vicenda che ha portato all’inserimento del sito tra quelli “orfani” da parte del ministero della Transizione ecologica tramite risorse del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), un ruolo cruciale lo hanno giocato proprio i cittadini che in quell’area vivono, preoccupati per le conseguenze sulla salute dell’interramento di rifiuti speciali. Una vicenda che, senza il loro continuo impegno di denuncia, avrebbe rischiato di finire sepolta proprio come i materiali inquinanti presenti nel sottosuolo.

Tutto risale all’inizio degli anni duemila. Le prime, allarmanti analisi, sono quelle effettuate  dall'Arpa che già nel 2007 rivelarono la presenza di metalli pesanti, Pcb (policlorobifenili) e idrocarburi. Su quei campi si è continuato a coltivare e poi nel 2016 è stata anche autorizzata un'azienda faunistico-venatoria. Nel mentre, un'indagine della magistratura per “traffico illecito di rifiuti con relativo interramento degli stessi" ha puntato i riflettori su quei terreni. Ma il processo penale a carico della ditta dei fratelli Nocchi si è chiuso con la prescrizione del reato, senza che sia stato effettuato alcun ripristino dei luoghi: i materiali inquinanti sono rimasti lì a contaminare terreno e falde acquifere (nell’area sono presenti numerosi laghetti, inoltre, c’è il Tevere a lambirla).

Finché la stampa, raccogliendo proprio le denunce del comitato, ha squarciato il velo di omertà e contribuito all’interessamento delle istituzioni regionali. È stato il consigliere regionale Enrico Panunzi a sollecitare sopralluoghi e, infine, lo stanziamento di quasi 600mila euro per la caratterizzazione che ha confermato la presenza di Idrocarburi, stagno, mercurio, berillio, zinco, piombo, nickel nel sottosuolo e ha aperto le porte al finanziamento ministeriale.

“Questa – commentano dal comitato - è la notizia che pensavamo non avremmo mai avuto la possibilità di dare su questa pagina: sono stati stanziati i soldi, ben 13 milioni di euro per la bonifica.

Grazie alle risorse dell’Europa verranno bonificati e restituiti alle comunità molti siti orfani d’Italia e il Pascolaro è, purtroppo, per l’estensione del territorio contaminato, il secondo nella classifica delle risorse stanziate”. E approfittano per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: “Lottiamo da tempo – rivendicano - per sensibilizzare le istituzioni e tenere la luce accesa su questo disastro ambientale perpetrato per anni e rimasto purtroppo impunito nel silenzio di tutti, tranne di qualche povero illuso come noi. Possiamo dire quindi, con orgoglio, che la nostra azione non è stata vana e che alla fine le istituzioni hanno riconosciuto la gravità e la pericolosità per l’ambiente e la salute umana di questo sito sul quale sono stati interrati, in modo illecito, migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi”. Infine, una chiosa sulla provenienza dei fondi: “Per fortuna i soldi sono stati stanziati con il Pnrr: questo – sottolineano - fa sì che ci saranno tempistiche e controlli su come verranno spesi per cui le istituzioni non potranno rimandare tutto alle calende greche, pena severe sanzioni”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA