All’istituto omnicomprensivo di Orte ne sono arrivate 607, il record a livello provinciale. In quello di Soriano nel Cimino 580, a Vignanello 570, all’Ellera di Viterbo 523 e all’Itis 522. In tutta la provincia, 13.255. “Mai i numeri sono stati così alti. Siamo circa al doppio delle domande arrivate in occasione dell’ultimo bando”, spiega Brunella Marconi, segretaria dello Snals Confsal. Che il Covid-19 abbia dato il colpo di grazia a un mercato del lavoro già asfittico lo dimostra l’assalto a un posto Ata nelle scuole del Viterbese. Un vero e proprio boom di richieste per il bando triennale per contendesi un posto da assistente amministrativo, collaboratore scolastico, assistente tecnico, addetto alle aziende agrarie, cuoco, guardarobiere e infermiere. Insomma, tutte le figure impiegate all’interno delle scuole che non siano docenti.
L’identikit dei partecipanti? “Il più variegato. Se in passato come sindacati ci trovavamo a inserire domande soprattutto di giovani, adesso la fascia d’età è diventata estremamente ampia e varia dai 19 anni fino ai 64”, rivela Marconi. Chi è più in là con l’età, ha perso il posto di lavoro, spesso a causa del coronavirus, e non ha ancora una pensione. “Si sono rivolti allo Snals circa 1.000 aspiranti Ata. Alcuni – continua la segretaria – alcuni davvero disperati, e in lacrime che mi chiedevano, se non fossero riusciti a entrare nella scuola, se ero a conoscenza di altre possibilità di lavoro”.
Solo il 10% delle domande avrà un esito positivo.
Una corsa al posto precario (dopo 24 mesi di supplenza di passa alla prima fascia da cui si attinge per il ruolo) ma “statale”: stipendi tra i 1.000 e i 1.200 euro. C’è chi addirittura è disposto a trasferirsi pur di lavorare come Ata: alcune domande sono state presentate per la provincia di Piacenza, Sondrio o L’Aquila, dove bastano punteggi più bassi per avere un contratto. ”Uno spaccato delle difficoltà sociali nella Tuscia e – conclude il segretario dello Snals – anche un ulteriore aggravio per le segreterie delle scuole, già provate dalle incombenze per fronteggiare il Covid, e che si troveranno nelle prossime settimane a lavorare una mole imponente di pratiche, pur essendo in carenza d’organico e nel periodo in cui vanno concesse le ferie”.