Stupratore di prostitute “incastrato” da una foto

Tribunale di Viterbo
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Aprile 2024, 05:20
«Così ho incastrato il violentatore e rapinatore di prostitute». Con un volo “scortato” è arrivata in aula la testimone chiave del processo che vede alla sbarra un cinquantenne romano accusato di violenza sessuale e rapina su alcune prostitute. Secondo quanto ricostruito nella primavera del 2016 l’uomo avrebbe adescato una prostituta sulla Cassia nei pressi di Monterosi e dopo averla fatta salire in auto l’avrebbe costretta prima al sesso orale e poi a quello completo senza il suo consenso. Non solo l’avrebbe bloccata in auto e le avrebbe rubato l’incasso, circa 200 euro, che aveva guadagnato durante la serata. L’uomo, difeso nel procedimento dall’avvocato Carlo Taormina, l’avrebbe poi scaricata in aperta campagna senza mezzi e senza la possibilità di chiedere aiuto. Un episodio non isolato. L’uomo, nello stesso periodo, avrebbe seguito lo stesso schema per almeno 4 volte. Violentando e derubando prostitute a Roma e a Tivoli. Donne trovate in strada, di notte, che venivano caricate in auto e portate in posti isolati. Qui l’imputato le avrebbe bloccate e costrette a fare sesso per poi farsi consegnare ogni loro avere. Le donne dopo aver subito violenza venivano lasciate in mezzo al nulla. Spesso in aperta campagna, per evitare che chiamassero troppo presto aiuto. A far emergere l’identità dell’imputato sarebbe stata la seconda vittima, una prostituta che il cinquantenne aveva caricato lungo la Salaria. «Mi ha violentato e derubato - ha raccontato la donna in aula, dopo essere arrivata dalla Sardegna dove si è trasferita -. Voleva sesso senza protezioni, era violento. Io però sono riuscita a fargli una foto e l’ho denunciato». Grazie alla foto fatta dalla vittima, l’uomo sarebbe stato incastrato. le altre vittime lo hanno infatti riconosciuto come il loro aguzzino. Non solo, la vittima di Monterosi quando si presentò per denunciare la violenza portò anche dei fazzoletti da cui venne estratto un dna. Dna e foto hanno dato un riscontro positivo sull’imputato. L’avvocato Carlo Taormina, che fin dall’inizio sostiene lo scambio di persona, sarebbe intenzionato a sostenere anche che tra le prostitute, vittime dell’uomo, ci sia stato un passaparola per incastrarlo. 
Il cinquantenne che per i fatti della Salaria è stato già condannato, rischia ora una nuova pesante condanna. La sentenza a settembre. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA