Aveva timore (quasi) di tutto, prima. Prima di ritrovarsi nella fauci del “drago”. Prima del “mostro” non aveva neppure immaginato di poter scalare una montagna e raggiungerne la vetta. Il timore della vertigine la lasciava sempre a valle. Prima, per lei, era inimmaginabile percorrere una infinità di chilometri in macchina. Lo stress avrebbe avuto il sopravvento. Poi, però, ha deciso di viaggiare in macchina per giorni, pur di raggiungere Finisterre. Prima del drago non permetteva a nessuno di vederla vacillare, maniaca del controllo qual è. Figuriamoci vederla piangere. E poi. Poi «non ho avuto alternative. Di fronte a quella diagnosi mostruosa che hanno messo nero su bianco dopo essermi sottoposta ad uno screening gratuito, ho potuto solo vivere, per vincere. Ed ho raccontato tutto a tutti».
Valentina Venti, di Sulmona, docente di italiano e latino, quel tumore al seno che l’ha messa a durissima prova per tre anni, racconta quel drago nel suo primo libro “Per poi svegliarmi in un quadro” (Leone Editore di Milano) e da oggi in tutte le librerie d’Italia.