LE ALTRE NOVITÀ
Oltre al decreto sui furbetti, ieri il governo ha approvato anche la nuova versione del provvedimento taglia-partecipate, quello che secondo le intenzioni dovrebbe portare ad uno sfoltimento delle società controllate da Comuni e Regioni che dovrebbero alla fine essere ridotte da circa 8 mila a solo mille. La principale novità è la proroga di tre mesi del termine per la ricognizione, in funzione della revisione straordinaria, di tutte le partecipazioni possedute. La scadenza individuata precedentemente era quella del 23 marzo, che viene invece spostata al 30 giugno 2017 per dare tempo alle amministrazioni di adeguarsi al decreto. Alla stessa data viene rinviata anche la ricognizione del personale del personale in servizio, per individuare eventuali eccedenze. Non vengono invece cambiati i parametri delle società che devono essere chiuse: quelle che non rientrano nei settori consentiti, quelle che hanno un fatturato inferiore a 1 milione di euro, quelle costantemente in rosso, quelle che hanno più consiglieri di amministrazione che dipendenti. Tra le altre novità comunicate da Palazzo Chigi c'è anche la possibilità per Regioni e Comuni di avere partecipazioni nelle società aventi per oggetto sociale la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre »le università possono costituire società per la gestione di aziende agricole con funzioni didattiche. Infine, nel caso di partecipazioni regionali, l'esclusione, totale o parziale, di singole società dall'ambito di applicazione della disciplina - si legge - potrà essere disposta con provvedimento motivato del Presidente della Regione, adottato in ragione di precise finalità pubbliche nel rispetto dei principi di trasparenza e pubblicità.
Non è invece stato approvato il terzo dei decreti correttivi della legge Madia, quello sui criteri di nomina dei direttori delle Asl. La norma in vigore prevede che vengano selezionate delle rose di nomi all'interno delle quali i governatori dovrebbero scegliere i manager. Le Regioni vogliono far saltare questa norma. Ieri il decreto non è stato esaminato per l'assenza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
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