I disoccupati italiani restano tantissimi, il 16,3% di tutti i disoccupati dell'Ue. E anche in questo caso il raffronto con dieci anni fa è impietoso: la quota italiana di disoccupati nel 2009 rappresentava l'8,9% di tutti i disoccupati Ue. Abbiamo raddoppiato. Eppure la crisi economica ha colpito tutti, ma evidentemente gli altri l'hanno affrontata meglio di noi. I grafici mostrano che il dato peggiora anche rispetto alla popolazione complessiva residente in Italia: nel 2009 risultava disoccupato il 4,2% del totale, lo scorso anno il dato è salito al 6,1%.
Ben diversa è stata la performance della Spagna, che pure in quei terribili anni di picco della crisi economica, sembrava messa peggio di noi. E invece no: l'economia spagnola sta viaggiando a ritmi che noi non vediamo nemmeno con il cannocchiale, +0,7% nel primo trimestre 2019 con un tendenziale annuo che si attesta a +2,4%. E ovviamente anche l'occupazione migliora: negli ultimi dieci anni i disoccupati sono diminuiti di 600.000 unità (da 4,1 milioni di persone a 3,5), in percentuale è un calo del 16,2%. Per non parlare della "solita" Germania che in dieci anni ha ridotto il numero dei disoccupati da 3,1 milioni di persone (nel 2009) a un milione e mezzo (2018): il calo è vertiginoso, pari al 47,4%. Esultare, quindi - come ha fatto il governo gialloverde la settimana scorsa - perché i dati sul mercato del lavoro in Italia del primo trimestre sono in leggero miglioramento (-50.000 disoccupati) sembra eccessivo. La strada da percorrere è lunghissima, e l'efficacia di strumenti come il reddito di cittadinanza è ancora tutta da verificare.
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