Una promessa che dovrà essere combinata con l'impegno del G7 di donare un miliardo di dosi, "dunque 500 milioni da parte dell'Europa e 60 o 70 milioni da parte dell'Italia. Verosimilmente avverrà nelle prossime settimane", che secondo il direttore generale dell'Aifa non sarà comunque sufficiente a offrire una piena copertura ai Paesi del Sud del mondo per i quali "servono almeno quattro-sei miliardi di dosi". Un obiettivo che secondo Magrini è raggiungibile nei prossimi due o tre anni. "Il 2022 è vicino e vedremo per gli anni successivi. Fare previsioni a due o tre anni è difficile e l'impegno profuso è senza precedenti. C'è stata una prima accelerazione di capacità produttiva e altri vaccini stanno arrivando: Novavax e lo stesso Curevac nella nuova versione, molto più efficace rispetto ai primi risultati pubblicati", ha dichiarato.
Sulla possibilità di donare le dosi di AstraZeneca inutilizzate in Italia, Magrini ha chiarito: "valgono per loro le raccomandazioni che abbiamo dato a noi stessi. Se ci sono alternative vaccinali, se ne può fare a meno. Se non ci sono, ha senso mettere a punto un piano razionale e articolato: non si tratta di donare un vaccino solo perché è inutilizzato. Ma di valutare se il rischio creato dalla pandemia senza copertura vaccinale sia molto più alto. E spesso lo è".
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