Tagli dei ministeri, dai migranti al trojan: tutti i numeri. Caccia ai fondi anche da giustizia e scuola

Venerdì 26 Aprile 2024, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 14:08

L'emergenza sbarchi

L’anno scorso è stato il Mef a fare la parte del leone, sobbarcandosi il grosso dei tagli. Salato il conto richiesto ora al ministero dell’Interno di Matteo Piantedosi: quasi duecento milioni di euro da qui al 2025. Si partirà dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, al centro di un rovente dibattito politico, con un milione e mezzo di euro di tagli al relativo fondo. Altrettanti soldi si dovranno risparmiare per «il servizio di interpretariato» e i «gettoni di presenza» delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, una per ogni Regione.

Mentre il ministero frena sui tagli richiesti al Fondo per l’accoglienza dei minori non accompagnati: più di 22mila quelli censiti in Italia nel 2023. Un onere gravosissimo per le casse dello Stato che però, con un’altra estate caldissima sul fronte degli sbarchi in arrivo, «rende complicato il raggiungimento dell’obiettivo di risparmio». Per il resto, i ministri si dichiarano tutti in regola con la tabella di marcia.

Anche il Guardasigilli Nordio che deve fare i conti con ingenti risparmi di cassa. In due anni, 184 milioni di euro. Costano ancora troppo le intercettazioni e per questo via Arenula farà scattare presto il listino dei prezzi bloccati previsto dalla riforma Cartabia. Ma qualcosa si risparmierà anche, confida il ministero, grazie alle proposte di legge della maggioranza per mettere un tetto alla «durata complessiva delle operazioni di intercettazione».

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