Le botteghe scompaiono, ma Raffaella resiste: è l'unica al centro di Isola del Liri

Lo spopolamento del centro nel maggio del 1984 per il terremoto e la dismissione di alcuni opifici nel cuore cittadino

Le botteghe scompaiono, ma Raffaella resiste: è l'unica al centro di Isola del Liri
di Gianpiero Pizzuti
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Domenica 11 Giugno 2023, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 11:14

 

L'ultimo alimentari nel cuore di Isola del Liri. Ne è rimasto solo uno, gestito della dolce Raffaella Rea e da suo marito Angelo Caringi, dopo la chiusura due anni fa di quello di Franco Tomassi in via Po. Dagli anni 90 in trent'anni sono tutti spariti, i primi su Corso Roma, poi via Roma, Via Chiastra, via Pirandello, Via Napoli, la nascita dei supermercati prima, la grande distribuzione poi ne hanno decretato un declino inesorabile. Lo spopolamento del centro nel maggio del 1984 per il terremoto e la dismissione di alcuni opifici nel cuore cittadino, ridussero la domanda e quei negozi che rappresentavano i punti cardini dell'economia cittadina iniziarono a scricchiolare. Si andava alla "bottega" sotto casa dove il soggetto principale era il famoso quaderno della proprietaria, dove si segnava la spesa da pagare, appunti presi a penna, alcune volte a matita, un'abitudine che appartiene solo ai più romantici dei ricordi. Si pagava quando arrivava lo stipendio o la pensione. I negozietti erano le prime cose "da grandi" per i bambini. Scendere dai palazzi con la lista della spesa e rientrare con buste piene, i primi resti spicci da contare. La fiducia delle mamme verso i propri bambini per mandarli a fare la spesa. Raffaella Rea non poteva immaginare che il suo negozio un giorno sarebbe diventato il simbolo di un'epoca.

LA TESTIMONIANZA

«Non siamo nati come un negozio di generi alimentari - commenta Raffaella - che 27 anni fa alzò la sua serranda in via Napoli ed è ancora lì con il suo fedelissimo camice ma come vendita di latticini, essendo mio marito grossista e rivenditore con il suo furgone.

La richiesta era così tanta, che decidemmo di aprire un punto vendita denominato "La casa del formaggio", ma nel corso degli anni abbiamo ampliato l'offerta alla nostra clientela». Giovani ed incoscienti ma con tanta voglia di fare, il negozio era un salto nel buio, ma bisognava provarci. «Il primo giorno continua Raffaella avevo appena portato mio figlio Silvio al nido per farvi capire quanto tempo è passato e l'emozione di quel momento».

Raffaella ed Angelo iniziano in sordina, ma il loro segreto è stato la cordialità, il sorriso dietro al bancone non manca mai. In questi anni molte volte Raffaella ha distribuito panini farciti a chi non aveva soldi in tasca, ma chiedeva da mangiare, bussando alla sua porta. In un quarto di secolo i giorni di vacanza si sono contati sul palmo della mano, il lavoro prima di tutto, poi è arrivata la pandemia.

«Su via Napoli eravamo aperti noi ed il Tabacchi, in un' Isola del Liri spettrale, deserta. Abbiamo lavorato, a volte 20 ore al giorno, pur di soddisfare le richieste della clientela, che ha preferito un negozio così piccolo al supermercato, perché evitava così il contatto con la massa, qui si entrava uno alla volta, abitudine che è rimasta. Abbiamo portato la spesa spesso a domicilio, per quelle persone sole ed anziane che non potevano uscire da casa e non sapevano come e cosa fare. Il negozio era diventato un punto di riferimento per la città, questa è stata la gratificazione maggiore in questi 27 anni di attività. Il mio punto vendita lo ribattezzerei "un negozietto di vicinato", forse, se ce ne fossero di più sarebbe meglio, ma questa è una società che ha fretta, corre e fermarsi a far due chiacchiere con il salumiere è una perdita di tempo, mentre una volta era un modo stare insieme e socializzare».
 

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