Gianluca Masi festeggia 52 anni: la tesina del 1986 sulla Cometa di Halley osservata da Ceccano

L'astrofisico ciociaro si presentò all'esame di licenza media con il passaggio della leggendaria cometa avvistata con il telescopio regalatogli dai genitori per Natale. «Tornerà nel 2061. Quel ragazzino di 14 anni non ci sarà più, con un po’ di fortuna ci sarà un vecchietto di 89 anni, che forse vorrà osservarla proprio con lo stesso telescopio del 1986».

L'astrofisico Gianluca Masi, 52 anni oggi, con la sua tesina di licenza media sulla Cometa di Halley
di Marco Barzelli
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Lunedì 22 Gennaio 2024, 14:56

L’astrofisico ciociaro Gianluca Masi compie 52 anni. Ha condiviso, nell’occasione, la tesina che presentò nel 1986 all’esame di terza media per raccontare lo storico passaggio della “Cometa di Halley”.

La osservò varie volte dalla “sua” Ceccano con «lo straordinario telescopio» regalatogli dai suoi genitori per il Natale 1984, quando aveva appena dodici anni. Spinto da un professore di matematica e scienze, più di 37 anni fa, raccontò quell’evento leggendario.  

Oggi, tra innumerevoli scoperte con il suo progetto “Virtual telescope”, è curatore scientifico del Planetario di Roma e apprezzato divulgatore scientifico.

La tesina sulla Cometa di Halley

Il suo amore per il firmamento si manifestò con quella tesina di licenza media, già di livello notevole. «Un piccolo frammento del mio percorso - la definisce Masi - che mi ricorda quanto sia importante, da adulti, ascoltare e sostenere i ragazzi nelle loro passioni, nei loro sogni, nelle loro visioni».

«Nei primi giorni di dicembre scorso - aggiunge poi - la cometa di Halley ha raggiunto la massima distanza dal Sole, al di là dell’orbita di Nettuno, dunque ha iniziato il proprio viaggio di ritorno. Essa tornerà nel 2061.

Quel ragazzino di 14 anni non ci sarà più, con un po’ di fortuna ci sarà un vecchietto di 89 anni, che forse vorrà osservarla proprio con lo stesso telescopio del 1986».

Masi ha dovuto ormai spostare i suoi telescopi virtuali da Ceccano a Manciano (Grosseto), dove sostiene la causa per salvare l’ultimo cielo stellato rimasto in Italia: l’unico senza inquinamento luminoso.

«Chissà quale mondo troverà quell’astro chiomato, nel 2061 - dice, infine, della Cometa di Halley -. Forse, anziché arrovellarci nell’immaginare quel lontano scenario, faremmo meglio a fare ciascuno la nostra parte per lasciare ai nostri figli un pianeta ancora vivibile. Con ancora un cielo puro, pieno di stelle e di sogni».

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