Rifiuti, cresce la differenziata ma resta il nodo degli impianti. Comuni: i migliori e i peggiori

Rifiuti, cresce la differenziata ma resta il nodo degli impianti. Comuni: i migliori e i peggiori
di Pierfederico Pernarella
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Gennaio 2024, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 15:23

Bene, ma non benissimo. La raccolta differenziata in provincia di Frosinone torna a crescere, ma per chiudere il ciclo virtuoso servono gli impianti. Nel 2022, stando ai dati diffusi alla fine dello scorso anno, la Ciociaria ha raggiunto quasi il 62%, circa due punti in più rispetto all'anno prima. È il secondo miglior dato del Lazio, dopo quello della provincia di Viterbo (64%), mentre a Latina è al 61%. Ma andiamo a vedere cosa succede nei singoli Comuni.

I PIÙ GRANDI

Nei primi 10 più grandi per numero di residenti la migliore performance del 2022 è quella del Comune di Alatri, quasi 72% di differenziata. La peggiore è quella di Pontecorvo (14%). Frosinone si attesa al 69,5% (ed è il capoluogo più virtuoso del Lazio staccando tutti gli altri di circa 20 punti), Ceccano quasi al 67%, Monte San Giovanni Campano al 66,5%, Cassino e Ferentino al 64%. Sotto la media invece Veroli (circa il 56%). Non pervenuto il dato di Sora, il solo Comune del Lazio a non essere menzionato nel dossier di Legambiente e con i dati del Catasto rifiuti dell'Ispra fermi al 2018.

Non proprio un bel biglietto da visita per l'amministrazione comunale guidata da un sindaco, Luca Di Stefano, che è anche presidente della Provincia, ente che gestisce anche i fondi per l'incremento della differenziata.

GLI ALTRI

Se si va a guardare i Comuni tra i 10mila e il 5mila abitanti, vanno segnalati i risultati di Ceprano (72%), Paliano (73%), Arpino (69%), gli altri (Isola, Fiuggi, Cervaro, Roccasecca, Piedimonte, Sant'Elia, Arce) sono tra il 60 e il 65%. Sotto la media Boville (50%) e Ripi(53%).
Tra i piccoli Comuni che vanno oltre il 70% di differenziata vanno segnalati Castelliri, Castelnuovo Parano, Colle San Magno, Collepardo, Coreno Ausonio, Giuliano di Roma, Patrica, Serrone, Torrice, Vallecorsa, Vico nel Lazio. Il migliore di tutti è Sant'Ambrogio sul Garigliano che sfiora l'80%.
Poi ci sono da segnalare quei Comuni che nel giro di un anno sono arrivati anche a raddoppiare la percentuale di raccolta differenziata: Campoli Appennino, Trevi nel Lazio e Viticuso (fermo però sotto il 30%). In provincia di Frosinone sono 28 i Comuni che hanno ricevuto lo status di riciclone. Cinque anni prima erano 16. Si può fare di più considerando l'elevato numero di piccoli Comuni. La provincia di Viterbo ne ha 46.
Infine gli ultimi della classe. Di Pontecorvo si è già detto: un misero 14%. Fanno peggio solo alcuni tra i Comuni più piccoli: Guarcino, Vallerotonda, Vicalvi. Altri dati deludenti sono quelli di Filettino, Castrocielo, Pastena, Santopadre.

IL GAP

Ma se nei Comuni, chi più, chi meno, cresce la raccolta differenziata, il vero gap in provincia di Frosinone (e nel Lazio non solo in questa) riguarda l'impiantistica necessaria per chiudere il riciclo con il recupero del materiale differenziato. Il principale ritardo riguarda gli impianti per il trattamento della frazione organica che in provincia di Frosinone rappresenta quasi il 42% del totale dei rifiuti differenziati. Attualmente i rifiuti organici raccolti dai Comuni vengono portati nei biodigestori del Nord est, con un inevitabile aumento dei costi che ricadono sulle tasche dei cittadini. In provincia di Frosinone, già da circa un anno, è stato autorizzato il biodigestore di Anagni. Progetto che vedeva la compartecipazione delle società Saxa Gres, Saf spa di Colfelice e A2A. Quest'ultima però si sarebbe sfilata. Ed ora si è in attesa del riassetto societario della Saxa Gres, dove dovrebbe entrare un fondo d'investimento americano, e dell'eventuale ingresso nel progetto del biodigestore di altre aziende leader settore dell'ambiente.

In arrivo invece buone notizie per il recupero della plastica e della carta. Attualmente sono meno di una decina le aziende che in provincia di Frosinone si occupano del recupero di questi materiali. Non bastano. A colmare questo vuoto sarà l'impianto di San Giorgio al Liri della Remat, la società partecipata al 60% dalla Saf spa di Colfelice (che aveva acquistato all'asta la struttura). L'avvio dell'attività dovrebbe avvenire nel giro delle prossime settimane, forse entro la metà di febbraio. L'impianto, a compartecipazione maggioritaria pubblica, nasce con lo scopo di recuperare la carta e la plastica raccolti nei Comuni della provincia di Frosinone.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA