Malpensa, file per i tamponi: risultati dopo quattro giorni

Malpensa, file per i tamponi risultati dopo quattro giorni
di Claudia Guasco
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Sabato 22 Agosto 2020, 06:37 - Ultimo aggiornamento: 11:54

Secondo giorno di tamponi a Malpensa. Per rendere il tutto più emozionante, i vecchi cartelli con cui si informa che i test vengono effettuati solo a lombardi e turisti restano appesi fino dopo mezzogiorno, disorientando i viaggiatori. I gazebo non sono più all'uscita nove ma alla uno, la durata media della coda è di due ore. Se va bene. Basta un paio di voli consecutivi in arrivo da Spagna, Grecia, Croazia e Malta che il serpentone in un batter d'occhio raggiunge i 500 metri. Metà fila all'interno con aria condizionata, l'altra fuori con 34 gradi e bottigliette d'acqua anti-malore in omaggio.

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TEMPI LUNGHI PER I RISULTATI
«Bella esperienza», ironizza Marco, che con la fidanzata Federica ha appena superato il controllo. Novanta minuti di attesa dopo l'aereo da Corfù e risultato «non prima di martedì, ci hanno comunicato». C'è la domenica di mezzo, nella quale i tamponi non vengono processati, e l'alta affluenza rallenta le operazioni. Da ieri, dopo l'indignazione generale, anche chi risiede in altre regioni può fare il test direttamente all'arrivo. Molti però sono stati tratti in inganno dalla indicazioni all'arrivo. Come Lucia, reduce da una vacanza in Grecia con due amici lombardi. Loro si sono messi in fila e lei si è attaccata al telefono: «All'uscita erano rimasti sui muri i vecchi cartelli con i quali si informava che i test erano riservati ai residenti e ai turisti. Perciò ho chiamato la mia Asl di competenza e ho mandato una mail per prenotare il tampone. Ho chiamato alle 11, in 50 minuti mi hanno fissato l'appuntamento per lunedì». Intanto il Piemonte va in soccorso della Lombardia e invia a Malpensa rinforzi per eseguire i tamponi. Alle due del pomeriggio è chiaro che di aiuto c'è un gran bisogno: dopo tre atterraggi in sequenza da Atene, Santorini e Rodi in coda ci sono centinaia di persone. L'ultimo è un ragazzo con le pinne appesa allo zaino, il passeggero che arriva dopo di lui viene assalito dallo sconforto.

Si siede mettendosi comodo: «Ci rinuncio», dice. Molto meglio per chi sbarca a Linate, dove i viaggiatori dalle zone critiche oscillano tra 500 e 700 al giorno contro i 5.000 di Malpensa. Il test in aeroporto è volontario, chi non lo fa deve prenotarlo presso la propria Ats e rimane l'obbligo per tutti di segnalarsi al rientro. Tra i passeggeri del primo volo atterrato in mattinata a Linate da Madrid circa il 50% ha deciso di fermarsi in aeroporto per fare il test: «Non ci sono priorità, basta mettersi in coda», dichiara Francesco Galli, amministratore delegato del Gruppo San Donato. Per il risultato però bisogna attendere ben oltre le 24-48 ore del protocollo. Come ammette il direttore generale dell'Ats, Walter Bergamaschi, «il sistema dei tamponi è sotto stress». Poiché i test negli scali lombardi sono partiti in ritardo - due giorni fa a Malpensa, ieri Linate, oggi Orio al Serio - l'ex Asl è stata travolta, in una settimana «sono state 20 mila le persone che si sono registrate sul sito dell'Ats di Milano città metropolitana, che comprende anche la provincia di Lodi».

Al momento «sono circa 6 mila le richieste evase, ci siamo ritrovati a gestire un numero di tamponi molto elevato, adesso stiamo prenotando per coloro che sono tornati dalle vacanze il 16-17 agosto. Speriamo nel weekend di attivare una app che permetterà alle persone di prenotare direttamente il tampone. Oggi abbiamo rafforzato il call center con cinquanta operatori che richiamano i viaggiatori».

NESSUN ISOLAMENTO
Secondo Bergamaschi la positività di coloro che rientrano dalle vacanze nel territorio di Milano «è attorno al 3,5%, e non è poco. Di solito sono asintomatici e magari in vacanza non hanno rispettato tutte le regole anti contagio. Il Paese che registra più positivi è la Spagna», da qui arriva la maggior parte dei voli. Oggi via ai test anche nello scalo bergamasco di Orio, nelle postazioni allestite nella vicina Fiera. Fino a ora su 3.100 tamponi effettuati dall'Ats di Bergamo a chi è rientrato da Spagna, Croazia, Grecia e Malta, il tasso di positività è di circa l'1,1%, i contagiati sono in totale 28. Il problema è che chi galleggia nel limbo dell'attesa dei risultati non ha l'obbligo dell'isolamento volontario. «Questa è una gran bella notizia», esultato quattro amici in arrivo da Ibiza. «Significa che potrò andare a lavorare, allenarmi in palestra, vedere gli amici», si rincuora Alessandro. E i virus ringrazia.
 

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