dal nostro inviato
BOLOGNA Quando l'alba si avvicina le urla svegliano un intero quartiere e diffondono sgomento. «Mi avete lasciata sola. Vi ho perso tutti, siete andati tutti in cielo. Angeli. Come farò ora senza di voi, non ho più niente» urla in romeno la madre di Stefania Alexandra e nonna dei tre piccoli tutti morti per i fumi tossici causati dall'incendio nell'appartamento al quarto piano. La donna ha una sessantina d'anni, è giovane, ma ha perso tutto, figlia e nipotini. Poi ci sono altre urla, «ma non era proprio possibile capire cosa dicesse, erano disperate». Sono di George Panaite Birta, padre dei tre bambini ed ex di Stefania Alexandra. In passato avevano abitato insieme a Tivoli, poi si erano trasferiti a Bologna, si erano separati, ma non era un rapporto conflittuale e spesso vedevano George nel palazzo che andava a trovare i figli. Al pomeriggio, quando ha ritrovato lucidità, ha messo una foto a lutto sul suo profilo Facebook, sotto decine e decine di cittadini della comunità romena, ma anche tanti amici e colleghi italiani, hanno scritto per esprimere vicinanza. «Sincere condoleante» c'è chi scrive in romeno, «condoglianze amico mio, ti voglio bene» commenta un altro in italiano. Ruslan è moldavo, è un tecnico che lavora in un'azienda della fibra ottica, e abita al nono piano, conosce il padre dei tre bambini, ogni tanto sua figlia di 6 anni giocava con i piccoli morti nell'incendio: «Ancora non ho detto niente né a lei né all'altro mio figlio di nove anni, devo trovare il modo di farlo, non è facile spiegare che quei bambini sono morti. Si conoscevano, sarà uno choc. Voglio però dir loro come è successo e come tutti dobbiamo essere attenti e prudenti, genitori e bambini. Devo trovare il modo di spiegare che è necessario fare attenzione».
Racconta un altro residente, al secondo piano, Michele Camparri: «Un ragazzo si è accorto che usciva il fumo e ha chiamato i vigli del fuoco.