Pastificio che produce ravioli al granchio blu cerca personale ma non lo trova: «1.500 euro al mese e tredicesima, ma nessuno accetta»

Nel Padovano. L'azienda vuole ampliare lo stabilimento di 2mila metri quadri, eppure non si riescono a trovare una dozzina di nuovi dipendenti (a tempo indeterminato)

Pastificio che produce ravioli al granchio blu cerca personale ma non lo trova: «1.500 euro al mese e tredicesima, ma nessuno accetta»
di Iris Rocca
3 Minuti di Lettura
Sabato 26 Agosto 2023, 20:18 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 08:57

«Per fortuna il made in Italy nell'agroalimentare non è copiabile, ma il nostro futuro sarà comunque difficile». Solleva le braccia in segno di rassegnazione Enrico Artusi, nel settore dal 1998 quando, giovanissimo, con il fratello Alberto ha aperto l'omonimo pastificio. «La complessità attuale è trovare forza lavoro, meglio se giovane, eppure persino offrire una professione sembra non essere poi così apprezzato al momento».

Come pescare il granchio blu senza essere multati

Il pastificio Artusi offre lavoro

La realtà del pastificio Artusi è quella di un'azienda che sorride, con un fatturato di 4,5 milioni di euro secondo le proiezioni del 2023, ossia un + 20% e una particolare crescita in Francia.

Un'azienda che, rispetto al piccolo laboratorio alla Guizza di 25 anni fa, ha ora 30 dipendenti nella sede di Casalserugo e continua d innovare grazie a prodotti locali e idee culinarie a chilometro zero. Non ultima la collaborazione con le aziende di coltivazione di vongole provate dalla presenza del granchio blu. «Abbiamo trovato una ditta che pulisce il granchio dalla polpa sorprendentemente buona e, portandolo via dai territori che ha danneggiato, lo abbiamo reso il cuore di un raviolo unico nel mercato, un fagottino molto richiesto».

Eppure l'inventiva degli Artusi, ormai da tempo sbarcati nel mondo dell'ingrosso con prodotti di qualità adatti a ristoranti, hotel e catering grazie alla scelta di materie prime Dop e Igp, non è sufficiente ad affrontare il problema attuale.

L'azienda è in fase di sviluppo e la volontà è ampliare lo stabilimento di 2mila metri quadri, eppure non si riescono a trovare una dozzina di nuovi dipendenti, pur offrendo un contratto da 1.500 euro al mese per 14 mensilità.

Contratto a tempo indeterminato

«Ci stiamo proiettando sul terzo turno, con circa 12 nuove persone da formare, con i tempi dovuti. Servono addetti al confezionamento e alla produzione, ma sembra impossibile trovare giovani nonostante la prospettiva di un contratto a tempo indeterminato. Questa cosa ci sta tarpando le ali perché saremmo pronti al passaggio allo status di industria, ma anche a creare altre eccellenze da immettere nel mercato. Però serve qualcuno che condivida la nostra passione per il prodotto, che alle volte impone anche un lavoro fatto su turni e una maggior fatica. Vediamo ragazzi provare per qualche giorno e demordere subito, arrendendosi di fronte alla pesantezza di un normale lavoro da operaio. È una realtà che non riconosco, dal momento che io ho iniziato proprio così, a 17 anni e con turni da 12 ore».

Salvare i prodotti artigianali

Non sa più a chi affidarsi Enrico Artusi. «Forse serve un intervento anche dall'alto sulle politiche del lavoro - continua -. Ovviamente io resterò a lavorare in Italia, ma mi rendo conto che la competitività è alle porte con tassazioni diverse dalle nostre e forza lavoro giovane». Il pensiero di cambiare la propria natura e automatizzare le procedure non sfiora minimamente i fratelli Artusi. «Automatizzare significa cedere all'industrializzazione, un'idea che non fa parte del nostro modo di pensare. Finché ci saremo noi alla guida, offriremo un prodotto artigianale, fatto a mano. Ed è proprio di quelle mani che abbiamo bisogno». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA