Il 18 novembre di un anno fa il corpo di Saman Abbas, diciott’anni, è stato trovato sepolto in un rudere a seicento metri da casa, nelle campagne di Novellara. Era integro, ancora con i vestiti, l’osso del collo rotto. «Strangolamento», ha stabilito l’autopsia. Ieri la Corte d’Assise di Reggio Emilia, dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, ha definito ruoli e responsabilità di un omicidio consumato in famiglia, eseguito dal clan, depistato dall’omertà. Ergastolo per il padre Shabbar Abbas e per la madre Nazia Shaheen, latitante, quattordici anni allo zio Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale, assolti i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq, per i quali è stata disposta l’immediata scarcerazione.
LE LACRIME
A nulla sono servite le dichiarazioni in aula di Shabbar Abbas prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio.
LA FOTOGRAFIA
La colpa di Saman era quella di rifiutare un matrimonio combinato con un parente in Pakistan e il desiderio di vivere il suo amore con il fidanzato Saqib. In mezzo quella famiglia ingombrante che la minacciava e poi la blandiva, lei che fuggiva in una comunità protetta e poi tornava a casa. Una foto di Saman e Saqib che si baciano, in strada a Bologna, per l’accusa è stata la sua sentenza di morte. L’ha riferito ai giudici nella sua tormentata deposizione anche il fratello, costituitosi parte civile con il fidanzato. Ai due ragazzi non è stato riconosciuto alcun risarcimento, concesso invece alle associazioni contro la violenza sulle donne (25mila euro ciascuna), a quelle islamiche (10mila euro), all’Unione Comuni bassa reggiana (30.000) e al Comune di Novellara (50.000). «Io resto convinto - afferma l’avvocato del padre, Enrico Della Capanna - che questo omicidio discenda da un equivoco: quella sera Saman doveva andare via con Saqib, Shabbar ha chiamato il fratello per cercare di fermare Saqib e poi quello che è successo dopo a noi Shabbar Abbas ha sempre detto di non saperlo». Di certo l’uomo ha convinzioni granitiche sulla figlia e i suoi sentimenti: «Quello tra Saqib e mia figlia non era amore. Non era una bella cosa», ha sostenuto in aula. «Non è vero del matrimonio combinato, Saman era contenta. Se mi avesse detto che non voleva sposarsi, avrei annullato tutto. Saman era molto intelligente e forte, ma diceva anche bugie». Così come il fratello: «Ha raccontato di aver visto, ma non è così, era buio». I funerali di Saman ancora non sono stati fissati. «Aspetteremo le risposte di cui abbiamo bisogno per dare dignità a questa ragazza», dice la sindaca Elena Carletti.