​Cibo da casa in spiaggia, sì o no? Ecco dove e cosa si può fare (e cosa no) nelle località di mare italiane

Dopo il caso della Puglia, con vari stabilimenti che vietano di portare alimenti e bevande da casa, le risposte a tutte le domande su ciò che gli stabilimenti (o le ordinanze comunali) possono vietare

Cibo al mare, sì o no? Viaggio alla scoperta di cosa si può fare (e cosa no) nelle spiagge italiane
di Riccardo Palmi
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Mercoledì 16 Agosto 2023, 18:32

Ha fatto discutere l'iniziativa, lanciata da molti stabilimenti balneari in Puglia, di vietare ai bagnanti di portare cibo dall'esterno. Una polemica che torna puntualmente sulle spiagge italiane: c'è chi applica questa regola indiscriminatamente, chi vieta teglie o borse frigo «per evitare pic-nic» e «in nome del decoro».

C'è chi la applica con discrezione, mentre alcuni avventori lamentano vere e proprie perquisizioni, tali per accuratezza da fare invidia ai controlli negli aeroporti. Non serve troppa malizia quindi per vedere dietro quest'attenzione "all'ordine" delle spiagge un tentativo di costringere i bagnanti a comprare il pranzo o lo spuntino (o finanche l'acqua) dagli stessi stabilimenti. 

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Le regole oggi in vigore

Iniziamo col dire che le spiagge si dividono in libere (non date in concessione a privati) e a pagamento. Le prime possono avere qualche servizio essenziale (come le docce) oppure no. Le seconde sono date in concessione ai privati (i cosiddetti balneari) che le attrezzano con ombrelloni, sdraio, docce, ma anche bar o altri servizi. All'ingresso di ogni spiaggia deve essere indicato quali servizi sono gratis e quali a pagamento. Anche nelle spiagge date in concessione però uno spazio rimane comunque agibile a tutti: è la battigia, ossia quell'area, di norma di 5 metri – riducibile a 3 nelle spiagge più strette – sulla quale batte l’onda. Tutti quindi possono accedere a uno stabilimento senza pagare se vogliono arrivare alla battigia, né di conseguenza un gestore può chiedere il biglietto a chi non utilizza i servizi da lui offerti. L'obbligo di lasciare questo corridoio vale anche per i bagnanti: essi possono senz'altro stendere un telo e sdraiarcisi ma non occupare quello spazio, ad esempio, con ombrelloni o imbarcazioni. In teoria, poi, l'equilibrio tra spiagge libere e a pagamento dovrebbe essere garantito, anche se in alcune regioni i tassi di occupazione dei balneari sfiorano il 90%.

Cosa si può vietare e cosa no 

Ciò detto, anche nelle spiagge a pagamento rimangono delle aree di libertà per l'avventore: innanzitutto, non è possibile vietare di introdurre acqua o cibo, neanche se contenuto in teglie o borse frigo. Nessun veto insomma alla parmigiana portata da casa. Ovviamente, è vietato abbandonare i rifiuti in spiaggia (compresi ovviamente i mozziconi di sigaretta). E ancora non è vietato fare sport e attività fisica, anche di squadra (purché non disturbando altre persone): in quest'ultimo caso però ordinanze della Capitaneria o dei Comuni possono stabilire norme più stringenti per il caso, ad esempio, del gioco con la palla. Per questo, occorre informarsi prima per evitare il rischio di multe, anche salate. Altri divieti su eventuali giochi (questa volta permessi dalla legge) possono arrivare poi dagli stabilimenti. 

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Non è possibile pescare né raccogliere meduse o conchiglie (e in generale altri animali marini). Ancora non si possono accendere falò né ascoltare musica ad alto volume. Vietato acquistare prodotti contraffatti da venditori ambulanti o farsi praticare massaggi a pagamento. E ancora, non è consentito occupare pezzi di spiaggia (o anche di battigia negli stabilimenti a pagamento) dormendo in tenda o accampandosi oppure lasciando il proprio ombrellone. Rispetto agli animali, in assenza di regole specifiche da comuni o stabilimenti, è concesso portarli. E il topless? In teoria nulla lo vieta, ma negli anni sono molte le ordinanze comunali che lo impediscono.

Nelle spiagge pubbliche, in assenza di specifiche disposizioni delle amministrazioni locali, rimane consentito. Negli stabilimenti, sono possibili limitazioni da parte dei gestori. Per nudisti e naturisti, invece, non c'è niente da fare: in quel caso, occorre andare in quelle spiagge dove ciò viene concesso.

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