MASERADA (TREVISO) Elia Fiorindi è sconvolto. Ha passato la prima notte in carcere senza chiudere occhio. Non si capacita di aver ucciso a coltellate Aymen Adda Benameur, il 17enne di Varago di Maserada trovato senza vita giovedì pomeriggio nel parchetto di via Primo maggio accanto al tendone della sagra, a due passi da casa. «Sì, sono stato io» ha detto il 18enne agli inquirenti, scagionando i due amici (i 17enni sentiti in caserma dal magistrato di turno subito dopo l’omicidio e in seguito rilasciati, ndr) con cui si era rifugiato prima alla gelateria Cremò e poi sotto la tettoia nel retro dell’hotel Dotto, a circa 300 metri dal luogo del delitto. Dicevano di essere lì per ripararsi dalla pioggia, ma i titolari si sono insospettiti facendo intervenire le forze dell’ordine: non immaginavano però che quel terzetto nascondesse un segreto così drammatico. L’arresto è scattato quasi in flagranza, per la confessione è bastata qualche decina di minuti. «Non descrivetelo come un mostro - ha affermato la madre, Veruska, che con Elia e altri due figli abita in un appartamento Ater a Monigo risultando occupanti senza titolo - non aveva mai dato problemi». Mamma e figlio si sono incontrati ieri in carcere: «Ci siamo abbracciati - chiude la donna - È distrutto, non potrebbe essere altrimenti dopo aver ucciso un ragazzo che aveva tutta la vita davanti, e adesso si è rovinato anche la sua. Chiedo perdono per mio figlio».
LE INDAGINI
La Procura di Treviso, sulla scorta anche delle dichiarazioni del killer, ritiene che l’omicidio sia maturato per questioni di droga. «Abbiamo litigato per l’hashish» ha riferito Elia.
LE REAZIONI
La famiglia della vittima non riesce a darsi pace. E respinge l’ipotesi che il delitto sia maturato nell’ambito della droga. «Non infamate la memoria di mio figlio - grida il padre, che ha dato mandato all’avvocato Luciano Meneghetti di rappresentare lui e i suoi familiari - Vogliamo capire cosa sia successo e che il responsabile paghi per quello che ha fatto. Va fatta giustizia per Aymen». Il 17enne è infatti descritto come uno studente educato e rispettoso, lontano da brutti giri. Anche se su questo fronte si concentreranno le indagini: ieri i carabinieri sono stati a casa sua, e in camera non hanno trovato nulla di strano. Maggiori informazioni arriveranno dal cellulare di Elia Fiorindi, posto sotto sequestro. Da quanto emerge i due non si conoscevano, e l’appuntamento sarebbe stato fissato da conoscenti in comune. Cosa abbia scatenato l’ira di Elia è però ancora un mistero. E il perché abbia deciso di utilizzare un coltello nel corso di una banale lite tra adolescenti.
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