Ragazze "spogliate" con Bikinioff, tre alunni indagati per pedopornografia

I minorenni hanno creato immagini realistiche con i volti delle compagne di scuola

Ragazze "spogliate" con Bikinioff, tre alunni indagati per pedopornografia
di Marco Cusumano
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Domenica 10 Marzo 2024, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 12:06

L'INCHIESTA

Sono tre i minorenni indagati per le foto di ragazzine "spogliate" con la pericolosa intelligenza artificiale di "Bikinioff". Foto create artificialmente, ma assolutamente realistiche con i volti reali di alcune ignare ragazze che frequentano l'istituto Vittorio Veneto di Latina. L'indagine dei carabinieri prosegue rapidamente e, dopo l'individuazione del primo ragazzino che ha creato le immagini, si sono aggiunti altri due minorenni che hanno avuto un ruolo attivo nella vicenda. I loro cellulari sono stati sequestrati e ora il materiale è al vaglio dei carabinieri.

ANALISI TECNICHE

Dagli smartphone emergeranno i primi dettagli utili alle indagini. Innanzitutto i carabinieri vogliono stabilire quanti studenti hanno partecipato alla condivisione del materiale, un dettaglio non secondario perché la responsabilità penale potrebbe essere estesa a tutti coloro che saranno indicati come possessori dei file incriminati, non solo a chi li ha creati con l'app, ma anche a chi li ha condivisi o comunque conservati nel proprio smartphone. Al momento la diffusione sembra limitata ai gruppi Whatsapp della scuola, e non attraverso social network come Instagram, TikTok o Facebook. Ma è presto per averne la certezza, visto che le foto e i video possono circolare in maniera rapidissima e anonima con scarse possibilità di ricostruire l'esatto percorso "virtuale", tra chat, social e cloud.

LE ACCUSE

Dopo le denunce presentate dai genitori delle ragazze vittime dell'app, i carabinieri hanno inviato una dettagliata informativa alla Procura dei Minori di Roma, competente vista l'età dei ragazzini coinvolti, tutti tra i 14 e i 15 anni. L'ipotesi di reato è detenzione o accesso a materiale pedopornografico, così come avvenuto nelle precedenti indagini simili a quella in corso a carico degli alunni del Vittorio Veneto. E' opportuno infatti sottolineare dei concetti che i ragazzi, specialmente i più giovani, ignorano o sottovalutano. "Bikinioff", uno dei più noti programmi di "deepfake", può essere utilizzato tramite Telegram e crea immagini assolutamente verosimili, che la legge considera equiparabili a fotografie reali. In teoria il servizio offerto dall'app è lecito, ma a una condizione fondamentale: le immagini non devono essere divulgate né mostrate ad altre persone in nessun modo. Anche una sola condivisione oppure il gesto di mostrare l'immagine a un amico, comporta la violazione.
E' evidente che chi realizza queste immagini lo fa quasi sempre per mostrarle ad altre persone, magari con leggerezza, spesso senza rendersi conto di commettere un grave reato. Per questo motivo la sensibilizzazione e l'informazione nelle scuole e nelle famiglie è l'unico modo per sperare di arginare il problema che rischia di raggiungere dimensioni preoccupanti.

RISSA SFIORATA

Quando le foto delle ragazze nude si sono diffuse, la voce si è sparsa arrivando anche al fidanzato di una delle vittime. Nella mattinata di martedì alcuni professori hanno notato strani movimenti tra due classi, e un clima particolarmente teso. Insospettiti, hanno scavato nella vicenda rendendosi conto del rischio e così hanno chiamato i carabinieri. Un gesto provvidenziale visto che i militari sono arrivati appena in tempo davanti al Vittorio Veneto, evitando che un gruppetto di ragazzi affrontasse i responsabili per farsi giustizia da soli. Tutti i presenti sono stati identificati e, proprio grazie alla chiamata di una prof, i militari hanno potuto avviare gli accertamenti per poi ricevere le denunce delle famiglie delle vittime.
Marco Cusumano
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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