Via i Di Silvio dai "palazzoni" in Q4, la casa del video rap restituita all'Ater

Via i Di Silvio dai "palazzoni" in Q4, la casa del video rap restituita all'Ater
di Marco Cusumano
4 Minuti di Lettura
Martedì 11 Luglio 2023, 11:36

Era l'ultimo avamposto del clan Di Silvio-Travali, nel cuore del quartiere Q4, fulcro dello spaccio di droga e quartier generale simbolo del gruppo criminale. Da ieri però l'appartamento dei "Palazzoni", esattamente al lotto 46 scala M interno 40, non è più accessibile con la chiave del portone blindato che i Di Silvio avevano fatto installare per proteggere i propri affari. I funzionari dell'Ater sono arrivati ieri mattina intorno alle 12, insieme a carabinieri e polizia, per restituire l'appartamento all'ente che ora provvederà ad assegnarlo a chi ne ha diritto.

La casa era formalmente assegnata a Maria Grazia Di Silvio, madre di Angelo, Salvatore e Valentina Travali. Un nome noto agli archivi delle forze dell'ordine (e alle cronache) anche per le sue numerose e colorite uscite pubbliche, una delle ultime addirittura in televisione, su La7, dopo l'ennesima retata ai danni della sua famiglia.

Maria Grazia Di Silvio è nota per essere la nipote di Vittorio Casamonica, il boss del famoso funerale con l'elicottero che lanciò i petali a Roma nel 2015. Le immagini fecero il giro del mondo grazie soprattutto ai social, ma molti anni prima furono proprio i Di Silvio a organizzare una parata celebrativa per il funerale di Ferdinando Di Silvio, saltato in aria nella sua auto a Capoportiere il 9 luglio 2003 dove fu piazzata una bomba.

Il leader della famiglia di Latina, vicina ai Casamonica, fu salutato in maniera sontuosa l'11 luglio 2003 con una carrozza trainata da cavalli neri nel centro di Latina, tra petali e musiche di addio con un corteo funebre che arrivò fino alla chiesa di Santa Maria Goretti. All'epoca non c'erano i social e il funerale, al di fuori di Latina, passò quasi inosservato, ma il messaggio del clan fu potente e chiaro: noi siamo i Di Silvio, noi comandiamo.

IL VIDEO RAP

Tornando all'appartamento liberato ieri nel quartiere Q4, c'è da sottolineare un altro aspetto simbolico non certo secondario. In quella casa fu girato il famoso video rap nel quale alcuni giovani (quasi tutti con il volto coperto da passamontagna) inneggiavano ad Angelo e Salvatore Travali, figli di Maria Grazia Di Silvio, entrambi detenuti.

Nel video si vedeva anche l'altra figlia, Valentina Travali, mentre contava i soldi, una "provocazione" che le è costata cara visto che la donna è stata poi arrestata per spaccio e per il possesso di una "penna pistola".
Secondo l'accusa in quella casa dell'Ater, dove viveva Valentina Travali, veniva gestito e organizzato lo spaccio di droga.

I carabinieri del nucleo investigativo, guidati dal maggiore Antonio De Lise, hanno rilevato che la normativa prevede la decadenza dell'assegnazione di un immobile se all'interno vengono commessi dei reati.

L'iter avviato da Ater e Comune di Latina ha portato così alla revoca dell'assegnazione e ora, dopo l'intervento di ieri, l'immobile è tornato materialmente nella disponibilità dell'Ater. La casa era già stata svuotata e all'interno non c'era nessuno, dunque le operazioni si sono svolte in assoluta tranquillità. All'esterno dei "Palazzoni" polizia e carabinieri hanno controllato la situazione senza riscontrare problemi.

LA CONDANNA

Maria Grazia Di Silvio, appena un mese fa, è stata condannata a quattro anni e otto mesi di carcere per estorsione aggravata dal metodo mafioso nell'ambito dell'inchiesta "Status Quo". La donna avrebbe estorto denaro a un benzinaio di via Epitaffio dopo averlo accusato di aver parlato con gli inquirenti in merito a una serie di precedenti estorsioni messe in atto da esponenti del clan Travali. Il pm della Dda Luigia Spinelli aveva chiesto 5 anni e quattro mesi, i giudici hanno riconosciuto nel comportamento dell'imputata «l'aggravante delle modalità mafiose».

In Tv, nel 2021, la donna aveva avuto qualche momento di celebrità con frasi di questo tenore: «I miei figli i reati li hanno fatti ma non come dicono loro... Li hanno fatti diventare loro mafiosi ma non è come dite voi... abbiamo sempre fatto le estorsioni, anzi prima era anche peggio e come mai soltanto ora siamo diventati mafiosi? Alla fine se li hanno fatti diventare mafiosi so' contenta che so' mafiosi, almeno un domani può servire a qualcosa, che soddisfazione. I reati li hanno fatti, ma non i chili di droga che raccontano».

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