Porta Nord, edifici green ma il fotovoltaico è scollegato: spese fuori controllo per i condomini

Nel 2022 consuntivo complessivo pari a 191.000 euro per 48 famiglie. I residenti: «Paghiamo dai 7 ai 15 euro di affitto al mese e quasi 600 di spese»

Le foto delle condizioni in cui versa il complesso residenziale Porta Nord
di Fabrizio Scarfò
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Martedì 21 Maggio 2024, 06:45

«Dovrebbero essere appartamenti ad alto efficientamento energetico, ma i pannelli solari non sono mai stati allacciati, gli impianti di riscaldamento e di raffrescamento non funzionano e l’acqua corrente non è potabile, senza contare i problemi strutturali». È il grido d’allarme dei condomini del complesso immobiliare Porta Nord, nel quartiere Pantanaccio, dove recentemente era stata anche sospesa la fornitura idrica a causa della morosità di alcuni di loro. L’ammontare del consuntivo di spesa per l’anno 2022, l’ultimo registrato e approvato dal Comune di Latina, è di quasi 191.000 euro. Una cifra enorme per 48 nuclei familiari in totale, composta dai 145.000 euro circa di acqua e corrente per gli impianti, tutti ad alta tecnologia, e da altri 45.000 di gestione. I residenti non negano il debito accumulato ma ci tengono a spiegare le motivazioni che hanno portato al braccio di ferro con il Comune, proprietario dei due immobili popolari, individuando le cause proprio nei sistemi di efficientamento energetico che secondo loro avrebbero causato l’innalzamento spropositato delle spese: «Innanzitutto i pannelli solari non sono mai stati allacciati quindi non funzionano da quando ci hanno consegnato le case, nel 2019. Di conseguenza l’impianto iper-tecnologico, che si basa su una pompa di calore e quindi con energia elettrica, non può avvalersi di quella solare, dunque siamo noi a pagarla». Una prima criticità a cui si aggiunge quella dell’acqua: «Non è potabile poiché l’impianto di riscaldamento è stato allacciato a quello generale, e per questo esce marrone e sporca, al contempo rende inutilizzabile anche il riscaldamento, che è tiepido, praticamente inutile».

«Abbiamo fatto decine di segnalazioni – spiega un residente – I tecnici sono anche venuti per dei sopralluoghi, ma una volta accertati i problemi non sono più tornati. Basti pensare che il mio impianto con motore di condizionamento, che dovrebbe portare aria fredda o calda in tutte le stanze, non ha mai funzionato: quando l’ho fatto presente, per risolvere il problema misero un barattolo di pelati perché dicevano che fosse fuori pendenza. Una toppa che non solo non ha risolto nulla, ma alla quale non è mai seguito un intervento vero e proprio. Sono passati 3 anni e quel barattolo di pelati è ancora lì, nel frattempo è anche scaduto».

«I contratti di affitto vanno dai 7 ai 15 euro al mese, a cui si aggiunge una quota trimestrale a tasso fisso pari 300 euro.

Solo alla fine dobbiamo pagare il conguaglio per pareggiare la spesa, che però arriva a cifre di 3.000, anche 4.000 euro annui. Sarebbe già tantissimo per qualsiasi condominio, figurarsi per uno popolare dove i servizi neanche funzionano». Nel contratto, inoltre, si legge che “l’assegnatario esonera espressamente il Comune di Latina da ogni responsabilità per danni diretti o indiretti, per fatto, omissione o colpa di altri inquilini o di terzi in genere. L’assegnatario è tenuto a risarcire qualunque danno recato sia all’alloggio che allo stabile per colpa sua». Se si vanno a sfogliare le varie incombenze negli allegati, si scopre che “sono a carico degli assegnatari riparazioni di tutti i danni causati all’alloggio, alle parti comuni e agli impianti tecnologici”. «Se si rompe la centrale termica, perché deve essere a carico nostro se sono loro i proprietari?» si chiedono i residenti: «A norma di legge, tutto ciò che non funziona non per negligenza è di competenza della proprietà, ma non in questo caso. A noi che sono stati consegnati impianti mai funzionanti: cosa dovremmo fare?». «Ovviamente, quando abbiamo accettato l’alloggio non avevamo idea di ciò a cui andavamo incontro, ma anche volendo non avremmo avuto scelta, dato che nell’invito all’accettazione si leggeva a chiare lettere che la mancata presentazione senza giustificato motivo equivaleva a rifiuto, con la casa assegnata ad altro soggetto avente diritto, mentre il nostro nominativo sarebbe stato eliminato dalla graduatoria. Praticamente siamo stati messi alle strette» chiosano i condomini. «Tra l’altro, nel complesso immobiliare vi è solo un appartamento vuoto, e ci addebitano comunque le spese di raffreddamento e riscaldamento - concludono - L’ultimo capitolo è stata l’interruzione idrica, che non ci è stata neanche comunicata con preavviso. Ora è stata riattaccata, ma siamo stati minacciati di sfratto per il debito accumulato. Noi siamo disposti a pagare e a venire incontro al Comune, però speriamo faccia un piano di rientro e soprattutto risolva tutti questi problemi».

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