La salma del papà nel cimitero non si trova, i figli risarciti con 35mila euro (ma ne chiedevano 50mila)

Il Comune costretto a chiudere il contenzioso con i familiari con l'offerta della cifra

Il cimitero di Aprilia
di Stefano Cortelletti
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Martedì 23 Aprile 2024, 23:36 - Ultimo aggiornamento: 23:39

Il caro estinto costa caro, nel vero senso della parola, al Comune di Aprilia. L'amministrazione Principi ha dovuto risarcire una famiglia per aver smarrito una salma dieci anni fa al cimitero di via Cattaneo.

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Il feretro di un uomo morto nei primi anni Duemila era stato sepolto nell'area dedicata alle inumazioni a terra, ma con il tempo era stata smarrita l'esatta identificazione del punto in cui era stato sepolto il feretro.

Fatto sta che quando il Comune ha proceduto con le riesumazioni delle salme, di quella tomba si sono perse le tracce. Ad accorgersi dell'accaduto sono stati i familiari che, andando al cimitero dopo alcuni anni di assenza, non hanno trovato la tomba del loro caro.

I REGISTRI

Che fine aveva fatto? Gli addetti del cimitero non hanno saputo rispondere, i registri cartacei riportavano la presenza di quella salma e l'ubicazione, ma non c'erano annotazioni riguardo a eventuali riesumazioni dei resti. La salma, di fatto, era sparita.

Giustificabile la rabbia dei figli, benché non fossero stati assidui frequentatori del cimitero mai si sarebbero aspettati di non trovare più il luogo di sepoltura del loro papà.

Inutile ogni tentativo di cercare quel che restava del feretro. Alla famiglia non è rimasto altro da fare che chiedere un congruo risarcimento per il danno morale subito, valutato in 50 mila euro.

IL RISARCIMENTO

Inizia quindi uno scambio di mail tra il Comune e la famiglia, viene anche fatto un sopralluogo congiunto il 28 dicembre scorso per cercare di rintracciare la sepoltura. Niente da fare.

Il Comune, sapendo di essere nel torto, ha provato a formulare un'offerta di 20 mila euro per cercare di chiudere il contenzioso, ma la famiglia del caro estinto non ha accettato e formulato una nuova offerta di 35 mila euro, che stavolta ha soddisfatto i parenti del defunto. Il 28 aprile sarà sottoscritto l'accordo transattivo davanti a un mediatore.

“L’alea connessa all’instaurazione di un successivo giudizio civile – si legge nella delibera con cui la giunta di Aprilia ha dato via libera alla transazione – appare vantaggioso per l’Ente civico in quanto, rispetto alla somma che il Comune di Aprilia potrebbe essere chiamato a pagare in caso di soccombenza in giudizio, consente di escludere con certezza una maggiore quantificazione del danno, alla stregua delle sentenze già pubblicate su questioni analoghe, per effetto dell’elevato rischio di soccombenza in giudizio”. Ma nulla ripaga la figuraccia del Comune.

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