BOLOGNA - Maglioni oversize, camicie tartan, jeans strappati, anfibi o scarpe da ginnastica consumate. Questo, e molto altro era lo stile Grunge. Erano gli anni Novanta, erano i Nirvana. A celebrare la rock band di Aberdeen e il suo leader, Kurt Kobain, morto suicida nel 1994, ci pensa una mostra fotografica curata da Ono Arte Contemporanea che presenta a Bologna, nella propria sede di via Santa Margherita 10, fino al 31 gennaio «Nirvana: Punk to the People», esposizione dedicata al gruppo più conosciuto della scena di Seattle insieme a Pearl Jam, Alice in Chains e Soundgarden.
Il 2013 segna i vent’anni dall’uscita dell’ultimo album della band «In Utero» e il 2014 i vent’ani dalla scomparsa di Cobain.
Il termine grunge, praticamente sinonimo di punk, porta con sé uno stile fatto di trasandatezza e abiti strappati, ma con il tempo è diventato ricercato e voluto da coloro che sposano il grunge griffato alla Kate Moss, più volte fotografata in abiti che ricordano lo stile di Kurt Cobain.
Quel ragazzo di 27 anni, dalle camicie di flanella e i pantaloni rattoppati, carico di eccessi ed entrato nel club dei «maledetti», ci mette poco a diventare un’icona di ribellione, di una musica che agli estremissimi del punk associa un lato melodico a tratti romantico, simbolo delle rivolte in cui muovono i primi passi i movimenti no-global.
A raccontare la storia del trio (insieme a Cobain c’erano Dave Grohl al basso e Krist Novoselic alla chitarra), le 60 foto di Charles Peterson, Kevin Mazur e Kirk Weddle.