Occhi, naso, bocca. Quelli li vede, ma Hannah Read non riesce comunque a dare un nome a quelle facce. La 22enne infermiera inglese soffre da 14 anni della sindrome della cecità dei volti, scientificamente nota come prosopagnosia, e non riesce a riconoscere persone, cose e animali. Quando si guarda allo specchio non riconosce neanche se stessa. Il suo caso è così raro nella sua gravità che all'inizio in Gran Bretagna non c'era nessuno che potesse seguirla e nel 2006 i genitori dovettero rivolgersi a uno dei pochi specialisti al mondo, al Dartmouth College in Usa. Oggi la sindrome è più nota, grazie al lavoro del noto studioso Usa Oliver Sacks e al suo bestseller L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello. Anche gli attori Brad Pitt e Steven Fry hanno contribuito a sensibilizzare l'opinione pubblica, quando hanno raccontato di soffrire anche loro di «cecità dei volti». E oggi la sindrome è venuta a galla in molte discussione sulla ricaduta sociale delle maschere nell'epoca della pandemia, poiché un'infinità di persone ammette di aver difficoltà a riconoscere amici e conoscenti dietro il paravento delle mascherine.
LA LEZIONE
Il caso di Hannah Read dunque è tornato all'attenzione del pubblico, anche per trarne una lezione.
GLI ANIMALI
Non distingueva più neanche gli animali, e scambiava le mucche per cani e viceversa. Hannah aveva la prosopagnosia, un disturbo neurologico poco conosciuto soprattutto nella gravità di cui Hannah soffriva. Negli anni, la giovane ha imparato delle strategie compensatorie, ad esempio l'udito le si è molto raffinato e riconosce subito le voci, riconosce le acconciature dei capelli, e impara gli abiti preferiti delle amiche e dei colleghi di lavoro per identificarli. Ai bambini che cura mette una targhetta con il nome. E quando gira in città e non riesce a individuare i luoghi si serve di Google map per ritrovare la strada. Ma capita che la gente si tagli i capelli, compri vestiti nuovi, o le passi accanto senza parlare: «Tanti si offendono se non li saluto, tanti ancora non capiscono le mie difficoltà e qualcuno proprio non ci crede» spiega la giovane, che è stata anche oggetto di un documentario della Bbc. Hannah ha trovato nel tempo consolazione nella musica, e ha studiato canto operistico, con cui si aiuta nella cura dei bambini: «I bambini non ti giudicano se hai un handicap» spiega Hannah.
IL FIDANZATO
Oggi Hannah ha anche un boy friend, e al fianco continua ad avere l'amica Josephine, che spesso l'aiuta nell'acquisto di abiti e in situazioni sociali difficili. Ma incidenti avvengono comunque, ammette, come quando è andata a un festival musicale con il compagno, e tornando dal bagno non sapeva identificarlo perché c'erano vari giovani vestiti esattamente come lui, con jeans e maglietta: «Sono rimasta ferma, ad aspettare che fosse lui a vedermi e a venirmi accanto».