Cresce la tensione al largo del Venezuela. Dopo il referendum voluto dal presidente Nicolas Maduro che ha esplicitato l’appoggio degli elettori alla “trasformazione” dell’area di Essequibo in nuovo stato venezuelano, il Regno Unito ha inviato nelle acque della Guyana - ex colonia britannica - una nave da guerra. Mossa che nonostante le smentite di facciata di Londra, non è andata giù allo stesso Maduro che ha mobilitato 5600 militari per esercitazioni «di natura difensiva in risposta alla provocazione e alla minaccia del Regno Unito contro la pace e la sovranità del nostro Paese».
La ricostruzione
La regione di Essequibo, circa 160 mila chilometri quadrati, è generalmente riconosciuta come parte della Guyana ma, negli ultimi anni, il Venezuela ha rilanciato le sue rivendicazioni sul territorio e sulle aree offshore, soprattutto dopo importanti scoperte di giacimenti di petrolio e gas.
Da Londra, per ora, arrivano solo smentite sulla natura dell’operazione. Secondo il ministero della Difesa - che non fa mai riferimenti alla disputa territoriale in corso - la Hms Trent starebbe visitando l’ex colonia solo come parte di una serie di impegni nell’area. Ma Maduro evidentemente non la pensa così.«È la rottura dello spirito di dialogo, diplomazia e pace degli accordi», ha sentenziato ieri Maduro, etichettando la mossa come «una minaccia militare di Londra». «Crediamo nella diplomazia, nel dialogo, nella pace - ha detto il presidente durante una trasmissione televisiva - Ma nessuno dovrebbe minacciare il Venezuela, nessuno dovrebbe scherzare con il Venezuela. Siamo uomini di pace, siamo un popolo di pace, ma siamo guerrieri e questa minaccia è inaccettabile per qualsiasi Paese sovrano». Annunciata la mobilitazione, il ministero degli Esteri venezuelano ha spiegato che Caracas «si riserva ogni azione, nel quadro della Costituzione e del diritto internazionale, per difendere la propria integrità marittima e territoriale». Minacciata per ora solo da una nave inglese che gira al largo.