Giuseppe Carrino morto a 18 anni dopo un incidente in moto nel modenese. Gli amici: «Sei volato via troppo presto»

Originario di Afragola (Napoli), da molti anni il ragazzo viveva a Massa Finalese insieme alla famiglia

Giuseppe Carrino morto a 18 anni dopo un incidente in moto nel modenese. Gli amici: «Sei volato via troppo presto»
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 10:04

Prima il terribile incidente in moto, poi il ricovero in terapia intensiva, infine la morte. Non ce l'ha fatta Giuseppe Carrino, il 18enne di Massa Finalese (Modena) scontratosi lo scorso 5 aprile con un'auto mentre stava percorrendo via Monte Bianco. Sbalzato a diversi metri di distanza, il giovane aveva riportato un forte trauma cranico e toracico, risultando subito in gravi condizioni.

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L'incidente

È morto dopo due settimane in terapia intensiva all'ospedale di Baggiovara Giuseppe Carrino, il 18enne ricoverato dallo scorso 5 aprile a seguito di un incidente stradale in moto. A dare la notizia è la stampa locale.

Il giovane il giorno dell'incidente stava percorrendo via Monte Bianco a Massa Finalese in sella alla sua moto che si è scontrata con una Grande Punto. Carrino a seguito dell'impatto è stato sbalzato a diversi metri di distanza, riportando un forte trauma cranico e toracico. Il 18enne è deceduto all'ospedale nella giornata di lunedì. La famiglia di Carrino è originaria di Afragola, Napoli, e si era trasferita nel Modenese quando Carrino era un bambino. 

Chi era

Nato ad Afragola (Napoli) e trasferitosi con la famiglia a Massa Finalese fin da piccolo, Giuseppe Carrino viveva nella provincia modenese insieme al papà Vincenzo e alla compagna del padre, Angela. Qui da molti anni praticava Kick Boxing e lavorava per la Titan. Moltissimi i messaggi di cordoglio da parte degli amici, colleghi e compagni di allenamenti, che per tutta la giornata di ieri sono stati a casa del ragazzo. «Siamo sconvolti per quanto è successo. Tante volte Giuseppe è venuto qui in negozio con papà o con Angela che lo ha cresciuto come un figlio. Proprio lei mi ha raccontato che sembrava esserci un miglioramento delle sue condizioni. Abbiamo tutti sperato ma poi…qualcosa è successo, tutto è precipitato e Giuseppe non è più tra noi», ha raccontato un'amica di famiglia.

«Giuseppe si allenava da noi da sei anni – ricorda il suo maestro di Kick Boxing, Gaetano Ferraresi –. L’ho visto crescere, era davvero molto giovane quando ha iniziato a venire qui in palestra. Quando ha iniziato a lavorare (prima per una azienda di ceramica, poi per la Titan) aveva smesso, ma da un mese avevamo ripreso di allenamenti. L’ultima volta che l’ho visto era giovedì, esattamente un giorno prima del tragico incidente. Non ci sono parole a fronte di un dramma così grande». Molti anche i messaggi sui social: «Sei volato via così presto che non ho nemmeno avuto il tempo di vederti un’ultima volta. Sei stato il ragazzo più forte che abbia mai conosciuto. Sarai sempre nel mio cuore. Ciao piccolo mio sorridi almeno lassù», ha scritto un amico. «Dovremmo scrivere di calcio e divertimento e invece il sorriso ogni tanto si offusca e ci impone di pensare a quanto è preziosa la vita. Salutiamo Giuseppe, ragazzino a cui il destino e un incidente hanno negato la possibilità di diventare grande; ci stringiamo a suo fratello Mimmo e a chi gli ha voluto bene fino alla fine. Giuseppe ha giocato con noi alcuni mesi dello scorso campionato nella Juniores agli ordini di mister Matteo Botti, Stefano Murgia e Danny Malagoli; Mimmo è ancora qui e a lui pensiamo in questi frangenti. Un abbraccio», le parole dello Junior Finale, società calcistica in cui Giuseppe aveva militato.

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