Sulla carta d'identità di ogni madre, alla voce professione, ci dovrebbe essere una lista infinita di mansioni: maestra, psicologa, cuoca. Ma c'è un mestiere in particolare di cui tutte si lamentano e di cui nessuna riesce a fare a meno: l'autista. Secondo un sondaggio di una casa automobilistica le mamme italiane passano in auto 6 ore e 43 minuti alla settimana per accompagnare i propri figli tra scuola, sport, feste e attività varie. Macinando ogni anno circa 2 mila chilometri.
E nella giungla del traffico si incontrano diverse specie di madri-tassiste.
C'è l'esaurita. Se sei per strada la mattina intorno alle 8, hai il 100% di probabilità di imbatterti in lei: cappotto sopra al pigiama, capelli arruffati, sedili ricoperti di peluches e merendine smangiucchiate. Va a 30 km all'ora perché in realtà sta ancora dormendo. La ricca filippino-munita: con la piega appena fatta e le unghie perfette è l'invidia delle altre (anche per il suo Suv). La coatta: ad ogni semaforo si fa un selfie e lo spara su Facebook. Mentre la pianificatrice ha una city car con gli spazi ottimizzati, è sempre impegnata in qualche call e non ha tempo. Mai. Per tutte loro l'auto è diventata un habitat naturale. E a pensarci bene le Mav (madri al volante) dovrebbero avere almeno una corsia preferenziale.
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